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jueves, 4 de julio de 2013

Maddalena, zero in condotta - Vittorio De Sica (1940)


TITULO ORIGINAL Maddalena, zero in condotta
AÑO 1940
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Francés (Incorporados), español e italiano (Separados)
DURACION 79 min.
DIRECCION Vittorio De Sica
GUION Vittorio De Sica, Ferruccio Biancini, Aldo De Benedetti, Sergio Pugliese (Obra teatral: László Kádár, "MAGDAT KICSAPJA")
MUSICA Nuccio Fiorda
FOTOGRAFIA Mario Albertelli (B&W)
REPARTO Vittorio De Sica, Vera Bergman, Carla Del Poggio, Irasema Dilián, Amelia Chellini, Pina Renzi, Paola Veneroni, Dora Bini, Enza Delbi, Roberto Villa, Armando Migliari, Guglielmo Barnabò, Giuseppe Varni, Arturo Bragaglia
PRODUCTORA Artisti Associati
GENERO Comedia. Romance

SINOPSIS Una joven que estudia en una academia de secretarias hace prácticas redactando cartas que dirige a un destinatario imaginario que supuestamente vive en Roma. Un día, por puro entretenimiento, se pone a escribir una carta de amor y, por pura casualidad, esa carta es enviada por correo y llega a manos de alguien que, movido por la curiosidad, decide conocer a la remitente. (FILMAFFINITY)





In una scuola femminile per segretarie d'azienda, l'insegnante di corrispondenza commerciale in tedesco fa scrivere alla proprie allieve, come esercitazione, lettere destinate a un fantomatico signor Hartman, capitano d'industria, il cui nome è indicato nei libri di testo come ipotetico destinatario di lettere di commercio. Una missiva scritta dall'insegnante cade nelle mani di un'allieva e la studentessa, per sbaglio, la spedisce al suo omonimo che vive a Vienna. Il destinatario, capo di un'azienda viennese, esiste davvero e il giovane, lusingato dal mistero di quella lettera, si presenta a Roma con l'intento di conoscerne l'autrice.Tratto da una commedia omonima di Laszlo Kadar, "Maddalena zero in condotta" è il secondo film che Vittorio De Sica realizza da regista, con evidenti richiami all'esperienza maturata nelle commedie di Mario Camerini. La sua uscita, accompagnata da severi resoconti che lo etichettano come una dilettantesca satira di costume, fa poco scalpore, relegandolo a lungo tra le opere minori dell'artista. E' solo alla luce della successiva produzione di De Sica che il film viene riscoperto ed il suo giudizio edulcorato, al punto che, oggi, pubblico e critica identificano nella sua struttura un'anticipazione degli elementi peculiari del suo cinema, in primo luogo delle sue commedie: il realismo, una prospettiva poetica dell'ambiente popolare, l'affermazione della semplicità e dell'innocenza innanzi alle asperità della vita. Ancora lontano dalla coerenza dei capolavori futuri ed incerto dietro la macchina da presa, ad ogni modo De Sica si dimostra già capace di brillanti invenzioni, quasi tutte frutto della sua lunga gavetta nel teatro. "Maddalena Zero in condotta" è infatti colmo di espedienti che, prendendo spunto dai cliché della commedia degli equivoci, scardinano le convenzioni sociali attraverso una comicità raffinata e al tempo stesso notevolmente corrosiva, per mettere in discussione un sistema rigido - come ad esempio quello scolastico - da cui il regista/attore non si estranea, ma si inserisce conservando il suo ruolo all'interno della tradizione popolare.Il DVD, distribuito da Mondo Home Entertainment, presenta il film nell'originale formato 4:3, purtroppo senza tracce di restauro. Seppur priva di spuntinature, l'immagine è sporca e abbonda di graffi, mentre i difetti della luminosità e del contrasto danneggiano la definizione dei bordi. Anche la colonna audio monofonica risulta deludente, spesso confusa e disturbata da un fastidioso fruscio di fondo. Pochi gli extra, che si limitano al trailer originale e ad alcune schede testuali. Nonostante l'edizione non gli renda giustizia (a causa anche dell'età della pellicola), "Maddalena zero in condotta" resta un film da riscoprire, certamente atteso dagli appassionati dell'opera di De Sica.
M. I.
http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=maddalena

Sinopsis: En una escuela de secretariado de Roma, la profesora de correspondencia mercantil hace escribir, como ejercicios, cartas comerciales en alemán a sus alumnas, dirigidas a un imaginario destinatario: Alfredo Hartman. Este nombre aparece en el libro de texto como perteneciente a un joven rico industrial residente en Viena. Una carta en la que aparece escrito el deseo de conocerlo cae en manos de una alumna, y esta, por error, la envía al destinatario. Por casualidad, resulta que el destinatario existe y el joven, movido por la curiosidad, decide conocer a la muchacha que la ha escrito, y se presenta en Roma, donde reside su primo, que lo ayuda a buscar la escuela.
Comentario: Segunda película de De Sica y debut en el cine de Carla Del Poggio. Se basa en una comedia húngara del mismo nombre que De Sica dirigió con gran delicadeza, dibujando con gracia y facilidad los distintos matices existentes entre la caricatura y el sentimentalismo. Presenta claras resonancias a las diversas comedias que De Sica interpretó a las órdenes de Mario Camerini. En su estreno fue etiquetada como obra menor de aficionados que adoptaba la forma de una sátira de costumbres. La importancia de la posterior producción de De Sica obligó a revisar esa opinión, hasta el punto de que hoy en día, el film se ha redescubierto y se estima que su estructura ya anticipa algunos de los elementos críticos de sus comedias posteriores: el realismo, la visión poética de lo popular y la afirmación de la sencillez y la inocencia ante la dureza de la vida.
Aunque está lejos todavía de la coherencia de sus futuras obras maestras tras la cámara, De Sica ya demostró ser capaz de brillan-tes ideas, casi todas fruto de su largo aprendizaje en el teatro. El film está en realidad lleno de trucos que, inspirados en las típicas comedias de equívocos, rompen las convenciones sociales por medio de una comicidad sofisticada y al mismo tiempo corrosiva. Criticando un sistema rígido, aquí el escolar, al que el propio director y actor no es ajeno, pues lo asume al incorporar su papel en la preservación de la tradición popular.
Lo que comienza como una comedia de equívocos acaba en comedia romántica: en una boda doble.
Monzi
http://www.filmaffinity.com/es/reviews/1/858616.html

Argomento: Condizioni dell'infanzia e adolescenza

Sinossi
La giovane e timida professoressa di corrispondenza commerciale, Elisa Malgari, scrive lettere d’amore ad un uomo d’affari viennese, Alfredo Hartman, il cui nome, fittizio, si trova nei libri di testo della sua materia, e alla cui silenziosa presenza affida i suoi sogni e le sue speranze. Casualmente però una di queste lettere viene trovata da Maddalena, spericolata e mascalzona allieva della Malgari, e altrettanto casualmente viene imbucata e spedita dalla compagna di banco della ragazza.
Incredibilmente all’indirizzo segnato nella lettera corrisponde veramente l’abitazione di Alfredo Hartman il quale, ricevuto e letto lo scritto anonimo, incuriosito e affascinato dalle parole d’amore scritte, decide di andare a Roma per cercare l’autrice della lettera e per sposarla. Da quest’equivoco ne scaturiscono molti altri che coinvolgeranno oltre ad Alfredo ed Elisa anche Maddalena, che cercherà in tutti i modi di mettere insieme i due a rischio della sua stessa espulsione dall’istituto, il cugino italiano di Alfredo, Stefano Armani, che si invaghisce, corrisposto, di Maddalena, il padre di Maddalena, l’intero corpo insegnanti e le ragazze del collegio. Dopo alcune comiche situazioni, il film si conclude con il lieto fine, il fidanzamento tra Elisa e Alfredo, e la sostituzione nei libri di testo del nome di Alfredo Hartman.

Analisi
Secondo lungometraggio del giovane De Sica, Maddalena zero in condotta si inserisce nel filone delle commedie di origine asburgica che tanto erano in voga nell’epoca fascista dei telefoni bianchi, nonché nei film di genere collegiale che si erano visti in quegli stessi anni, da Seconda B di Goffredo Alessandrini a Ore 9 lezione di chimica di Mattoli, passando per Il birichino di papà di Raffaele Matarazzo. Il contesto in cui esce il film, lontano anni luce dal periodo neorealista del regista, sia per tecnica che per profondità di argomentazioni, ma anche dal successivo periodo “disimpegnato” dell’autore, ci rivela il primo dato essenziale della pellicola ovvero la ‘tradizionalità dell’impianto narrativo’. Commedia degli equivoci, scambi di persone, innamoramenti apparentemente contrastati, opposizione (Maddalena estroversa, la professoressa timida) o identità caratteriale (Stefano Armani è il doppio di Alfredo) tra i personaggi, macchiette comiche (il professore di ginnastica acciaccato, la direttrice burbera ma buona, la studentessa svanita), lieto fine: De Sica afferra a piene mani dalla tradizione della commedia dell’arte (egli recita, tra l’altro, Alfredo Hartman figlio, padre e nonno, dimostrando le proprie capacità di ‘maschera’), per sviluppare un canovaccio comico non distante dall’impostazione teatrale cui deriva il soggetto e la stessa esperienza attoriale del regista.
Tuttavia consuetudine della storia non significa, in questo caso, banalità di contenuti. Maddalena zero in condotta si dimostra, infatti, una pellicola ricca di spunti e suggestioni sagaci. Innanzi tutto, il film riesce a tratteggiare, con buona profondità, il carattere, i sentimenti e la personalità delle attrici principali: Maddalena, giovane e scapestrata ragazza, vero motore della storia, e soprattutto Elisa, insegnante timida e sognatrice. La coppia antitetica, opposta nei modi di fare e di essere, è sintesi riuscita dello sfaccettato mondo femminile. In tal modo, diventa più evidente la contraddizione che si crea tra la complessità dei personaggi femminili e la vacuità degli altri personaggi dai cugini di nobili origini Alfredo e Stefano, fino ai professori del collegio femminile. De Sica introduce, seppure in modo ancora manierato e poco graffiante, uno dei temi a lui più cari: lo scherno nei confronti dell’universo aristocratico e borghese, unito alla ricerca della autenticità dell’essere nelle classi escluse della società (quelle dei ceti più bassi come in Ladri di biciclette o Miracolo a Milano, degli anziani come in Umberto D o dei bambini come in Sciuscià o in I bambini ci guardano). Nel nostro film, la veridicità dell’esistenza è caratteristica esclusiva delle ragazze del collegio, tratteggiate come un gruppo coeso e indistinguibile – se si fa eccezione per Maddalena e per le figure, strumentali alla storia, della privatista e della secchiona – una sorta di mandria animalesca e vitale, e del bidello, buffa ma nel contempo ammaliante maschera popolana.
Altrettanto profonda e per certi versi corrosiva è la descrizione del mondo della scuola. L’esuberanza delle ragazze fa da contr’altare alla miopia del corpo-insegnanti, responsabile dell’educazione delle giovani generazioni, ma di fatto incapace di educare anche se stesso. La tematica pedagogica, nascosta nelle pieghe della commedia, palesa l’incapacità dell’adulto di accompagnare la crescita del ragazzo: l’insegnante di ginnastica è sintomaticamente inabile a qualsiasi sforzo fisico, l’insegnante di chimica non fa altro che affermare la necessità di una severa educazione, l’insegnante di lettere pensa più a sciare che a seguire i suoi ragazzi. La “necessaria” espulsione di Maddalena (la direttrice, sebbene capisca il gesto della ragazza a favore della sua professoressa, le vieta di presentarsi alle lezioni) non fa che confermare infine la vecchiaia e la rigidità di un sistema scolastico e soprattutto il baratro generazionale presente tra adulti e giovani, baratro che De Sica percepiva già forte e che successivamente riproporrà in I bambini ci guardano, in Sciuscià e in Ladri di Biciclette.
Marco Dalla Gassa
http://www.minori.it/minori/maddalena-zero-condotta


Dopo essersi affermato come attore giovane in numerose pellicole leggere degli anni Trenta, Vittorio De Sica, quasi quarantenne, debutta dietro la macchina da presa. "Maddalena zero in condotta", prima regia importante di De Sica esce sugli schermi quando l'Italia è già entrata da diversi mesi nel secondo conflitto mondiale, anche se nella vicenda nessuno se ne avvede.
La storia imbastita è una tipica "commedia degli equivoci" di stampo ungherese perché, così come avviene con "Mille lire al mese" dell'anno precedente, la sceneggiatura si basa su commedie ungheresi, anche se in questo caso l'azione si svolge a Roma.
De Sica è anche attore e contemporaneamente, rivelando doti da commediante classico, veste i panni del protagonista, ma anche del padre e del nonno di questi. Nella storia ci sono molti tipi o caratteri tipici del canovaccio classico delle storie leggere: il giovane amoroso simile per carattere e atteggiamenti a De Sica, la ragazza svampita, il burbero dal cuore buono (il bidello della scuola dall'accento romanesco doppiato da Aldo Fabrizi), la giovane vivace e di buon cuore, la timida impacciata.
Ambientato nel mondo della scuola come altre pellicole contemporanee, il film è una satira sottile nei confronti dell'istituzione scolastica che è vista come stantia e poco adeguata ai tempi. I professori sono personaggi caricaturali che non hanno attinenza con la realtà in cui si trovano a vivere: l'insegnante di educazione fisica è di fatto inabile al suo ruolo perché non in perfetta salute, la direttrice della scuola, burbera ma in fondo buona, è tuttavia una miope burocrate che è incapace di flessibilità, la giovane docente protagonista della pellicola è timida e priva del nerbo giusto per reggere una scolaresca che tra l'altro è sicuramente di livello socio-economico superiore rispetto a quella degli insegnanti (in una scena la professoressa in casa ha il grembiule per svolgere le faccende di casa mentre la giovanetta Maddalena ha cameriera e maggiordomo).
La pellicola vede l'affermazione della giovanissima Carla Del Poggio, poi moglie del regista Lattuada, all'epoca appena quindicenne. Maddalena è una ragazza sveglia ma con scarsa voglia di studiare perché considera inutile il mondo della scuola, contrapposta alla compagna "privatista" dal classico birignao di ragazza di nobili origini e prototipo della fanciulla "perbene" dell'epoca, passiva e in totale mercè degli altri.
Di Maddalena piace la sua volitività, ma la conclusione della storia che la vede convolare a nozze la trasforma nella donna di regime destinata a essere madre e sposa.
Commedia d'antan, poco gradita a molti per la recitazione un po' stantia e rigida, ma comunque ancora vedibile per la vicenda leggera e le situazioni a incastro inserite da De Sica. Il regista è ancora in progress in questo film, ma già mostra le doti che lo renderanno uno dei grandi del nostro cinema.
peucezia
http://www.filmscoop.it/cgi-bin/recensioni/maddalenazeroincondotta.asp

La figura de Vittorio de Sica marcó profundamente la cinematografía italiana de varias décadas. De Sica ha dejado escrito su nombre en la historia del cine con varias obras maestras, entre las que nadie osará omitir títulos como “Ladrón de bicicletas”, “Milagro en Milán” o “Humberto D”. Sin embargo, a partir de los años sesenta los nuevos vientos renovadores de los cines nacionales le privan del favor de la crítica, que no del público, que siempre le mimó. Vittorio de Sica es uno de los nombres a reivindicar urgentemente de entre los damnificados por cuestiones ajenas al propio cine.
Curiosamente, no será esa reivindicación hecha gracias a películas como esta “Magdalena, cero en conducta”, la primera que realizó el cineasta italiano en solitario. Rodada durante los negros años del fascismo de Mussolini, se encuadra a la perfección dentro de lo que se llamó “comedia de teléfonos blancos”, subgénero que pretendía evadir al pueblo mediante historietas románticas folletinescas, siempre en entornos de VIPS o similares. Aquí es una revoltosa colegiala, una correspondencia ficticia como ejercicio de clase, una carta de enamorada que se envía sin saber cómo, y alguien que responde. Todo ello filmado por un director que aún no dominaba el lenguaje cinematográfico, y con un tema plenamente alejado de sus intereses posteriores. El resultado no es bueno, y la película debe verse como la reliquia más o menos cinéfila que actualmente es.
El propio Vittorio de Sica protagonizaba la película junto a una entonces famosa “vedette” cinematográfica, Carla del Poggio, después justamente olvidada. Por supuesto, el título remitía al clásico ácrata “Zero de conduite”, infinitamente superior, del malogrado Jean Vigo.
Enrique Colmena
http://www.criticalia.com/pelicula/magdalena-cero-en-conducta/1589

1 comentario:

  1. ciao...innanzitutto grazie per i film che metti nel blog.
    volevo segnalarti che non c'è l'audio in questo film.
    grazie

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