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miércoles, 24 de julio de 2013

Dalla vita in poi - Gianfrancesco Lazotti (2010)


TITULO ORIGINAL Dalla vita in poi
AÑO 2010
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Incorporados)
DURACION 85 min.
DIRECCION Gianfrancesco Lazotti
GUION Gianfrancesco Lazotti
MUSICA Pietro Freddi
FOTOGRAFIA Alessandro Pesci
REPARTO Cristiana Capotondi, Filippo Nigro, Nicoletta Romanoff, Pino Insegno, Carlo Buccirosso
PRODUCTORA Rosa Film / Rai Cinema / Facciapiatta
GENERO Romance. Drama. Comedia | Drama romántico

SINOPSIS Rosalba (Nicoletta Romanoff) está enamorada de Danilo (Filippo Nigro), un joven que cumple condena en la cárcel. Para ayudarle a sobrellevar la soledad, decide escribirle cada día una dulce y apasionada carta de amor. Pero, como es incapaz de expresar sus sentimientos con palabras, le pide ayuda a su amiga Katia (Cristiana Capotini), que vive postrada en una silla de ruedas. Esas cartas que, en principio, deberían expresar los sentimientos de Rosalba, acaban reflejando los de Katia, que conquista el corazón de Danilo. Nace así un amor que luchará por superar cualquier barrera. (FILMAFFINITY)



In un momento di aspro confronto nel parlatorio del carcere, Danilo, 30 anni per omicidio sulle spalle, tenta un impossibile paragone tra la sua condizione e quella di Katia, la ragazza che scrivendogli per conto di un'amica si è innamorata di lui, e che siede sulla sedia a rotelle per una distrofia muscolare, dicendole: "In fondo tu dalla vita in poi sei normale". Una battuta infelice del personaggio, ma un double entendre intelligente su cui si basa il titolo e l'assunto del film di Gianfrancesco Lazotti che ha vinto il festival di Taormina e ha ottenuto un importante riconoscimento a quello di Montreal.
Partendo da uno spunto e da un personaggio reale, il regista racconta una vicenda moderna che ha echi del Cirano di Bergerac, citato esplicitamente all'inizio. E tenta un esperimento abbastanza insolito per il cinema italiano: trattare temi seri come l'handicap e il carcere, tenendoli sullo sfondo senza indulgere in pietismi e stereotipi, ma, anzi, facendo della sua protagonista il motore attivo della vicenda. In effetti, che l'effervescente e volitiva Katia sia confinata su una sedia a rotelle lo si nota dopo un po', con un movimento discreto e en passant della macchina da presa, e ben presto ce ne dimentichiamo per concentrarci sulla personalità di un essere umano più forte della sua condizione e più "normale" col suo handicap di molti cosiddetti normali. Anche se appare macchinoso il modo in cui la ragazza riesce a incontrare l'oggetto del suo amore (è davvero così facile raggirare il direttore di un carcere e le leggi che ne regolano il funzionamento?), è molto credibile l'intensità del sentimento che spinge due giovani in apparenza senza futuro ad attaccarsi l'uno all'altro e a legarsi "per la vita" in matrimonio. Merito soprattutto degli attori, Cristiana Capotondi e Filippo Nigro, anch'essi premiati a Taormina, che interpretano due personaggi non facili e per certi versi antitetici con molta cura e passione. Irriconoscibile - e brava - Nicoletta Romanoff nel ruolo dell'amica coatta, strana figlioccia di una coetanea forte, matura e materna, e che sembra - lei sì - un po' lo stereotipo della ragazza ruspante alla perenne ricerca dell'amore, destinata sempre a finire nelle braccia sbagliate. E’ uno strano film, Dalla vita in poi, incentrato sui personaggi, senza voli pindarici di regia, strappa sorrisi più che risate ma che non manca di coinvolgere lo spettatore nei suoi momenti migliori.
Daniela Catelli
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Recensioni/Page/?Key=4265

Amor de papel y el Bic
La película de Gianfrancesco Lazotti hace poco honor a su título. ‘De cintura para arriba’ no produce ningún movimiento ni sensación. Cerebralmente inerte. Contiene los peores tics del drama romántico con avanzadillas cómicas. Su esqueleto parece un montaje con títulos orientativos muy cronológicos que no sé si imitan a Guy Ritchie o tienen una clara vocación de telefilme vespertino para que ninguna maruja se pierda entre cado ronquido y la posterior y breve reanimación de la siesta. Su piel tiene el tacto de una historia que pretende reinterpretar Cyrano de Bergerac, en versión silla de ruedas, con un drama carcelario en el libreto.
Podría ser sumamente interesante que en tiempos en los que el correo electrónico, los 140 caracteres, el casi muerto SMS y, sobre todo, el WhatsApp han tomado el control ‘romántico’ de las nuevas generaciones (y de nuestro mundo real y diario escrito por pulsación y no por contacto) un filme reivindique el uso del papel y el Bic. Algo intensamente esperanzador. Pero el director parece apartarse de hacer una revisión de un amor imposible y de leyenda a través de cartas a lo Abelardo y Eloisa en versión almodovariana-carcelaria con una impedida de la periferia y un recluso asesino aspirante a “Mujeres y Hombres y Viceversa”.
Parece que la película está pensada para que disfrute el espectador de ‘cintura para abajo’. Tiene una clara vocación de popurrí teatral que alterna con el alterne y el pezón, propiciados por la belleza de Cristiana Capotondi y tener a su protagonista masculino en slip durante gran parte del metraje. Se trata de un asesino presidario con look metrosexual y que frunce el ceño para pretender ser criminal aunque parezca un trozo de pan hormonado. No sé quién les ha dicho a estos chicos, que van de sex symbols lozanos por la vida como el popular El Duque, que la barba de unos días es lo más sexy cuando los otros metrosexuales del panorama internacional anuncian maquinillas y hojas de afeitar. ¡Qué se pongan de acuerdo o hagan simposios de nenazas donde se trate la depilación del glúteo pero que nos dejen en paz al resto de homo sapiens! Al menos de cintura para arriba.
Joe D’Amato o Tinto Brass hubieran sacado una suculenta tajada erótica del material porno-dramático que proporcionaba esta historia. Además, el sexo en silla de ruedas está poco explotado y es una realidad tal y como nos mostró el imprescindible documental (y nominado al Oscar) “Murderball”. Gianfrancesco Lazotti parece más obsesionado de agradar con una bienintencionada y humilde comedia romántica con sus tanteos dramáticos con personajes sin demasiadas aristas. Creo que la única manera de disfrutarla es haciendo un pino para que sangre llegue… ‘de cintura para arriba’.
Maldito Bastardo
http://www.filmaffinity.com/es/reviews/1/930532.html


Adattato in chiave moderna dal regista, il Cyrano de Bergerac sembra qui interpretato da una giovane donna che attraverso un fitto scambio epistolare descrive in un pacato lirismo i suoi stati d’animo all’oggetto amato. Nonostante gli elementi drammatici come il carcere e l’handicap con il quale si trova a convivere la protagonista, il film del regista romano si regge su una freschezza attoriale che, attraverso alcune sincere ed energiche tonalità, sembra apparire come la grande trovata del film
Adattato in chiave moderna dal regista Lazotti, il Cyrano de Bergerac sembra qui interpretato da una giovane donna che attraverso un fitto scambio epistolare descrive in un pacato lirismo i suoi stati d’animo all’oggetto amato. “Talvolta il poeta cede al suo stesso incanto”, così le parole di Rostand del suo Cyrano servono ad aprire il film lasciando già intuire il soggetto e le caratteristiche dei suoi personaggi. Cyrano con un lungo naso e Katia con una sedia a rotelle - entrambi figure di suggeritori - rappresentano, almeno sulla carta, quanto di meglio si possa esprimere sulle passioni umane, attraverso una versatilità ed un candore espressivo che non trova eguali.
Una giovane donna, Rosalba (Nicoletta Romanoff) è innamorata di Danilo (Filippo Nigro), in carcere con l’accusa di omicidio. Per alleviare le sue sofferenze per i lunghi giorni da trascorrere dietro le sbarre, Rosalba decide ogni giorno di scrivere un lettera all’amato ma non riuscendo a trovare le parole lascia che Katia, (Cristiana Capotondi) sua amica costretta sulla sedie a rotelle, le scriva al suo posto. Quando però la storia finisce tra Rosalba e Danilo, Katia decide di farsi avanti e conoscere l’uomo di cui ormai è innamorata. Dopo averlo incontrato anche lui scopre di ricambiare il suo amore e decidono di sposarsi. Ottenuto un permesso per vedersi fuori dal carcere Katia gli organizza una fuga ma Danilo, non riuscendo ad immaginarsi latitante, decide di scontare i suoi anni prima di ricominciare con lei una vita normale.
Vincitore alla 56° edizione al Taormina Film Festival come miglior film e Gran Premio della Giuria al Festival des Films du Monde de Montreal, Dalla vita in poi non si impone all’attenzione per una particolare ricerca linguistica, né per un talento registico strabiliante ed innovativo, ma per un particolare, talvolta precario, equilibrio che viene a crearsi tra la sceneggiatura e la messa in scena di una storia carceraria che non sembra però minacciata da una romantica storiella d’amore, rischiando più volte di cadere nel cliché. Oltre ad avvicinarsi negli anni ’80 ai nomi di Steno, Ettore Scola e Carlo Vanzina, la carriera del regista romano Gianfrancesco Lazotti, spazia dal lavoro cinematografico a quello televisivo, per il quale curerà diverse regie (I ragazzi del muretto, Linda e il brigadiere). Appare infatti televisiva la regia dell’ultimo film del regista, senza fronzoli, didascalica, pulita ma attenta ai diversi particolari che emergono dalla sceneggiatura oltre ad una particolare cura al montaggio. Nonostante gli elementi drammatici come il carcere e l’handicap con il quale si trova a convivere la protagonista, il film del regista romano si regge su una freschezza attoriale che, attraverso alcune sincere ed energiche tonalità, sembra apparire come la grande trovata del film.
http://www.sentieriselvaggi.it/290/39498/%E2%80%9CDalla_vita_in_poi%E2%80%9D,_di_Gianfrancesco_Lazotti.htm

2 comentarios:

  1. Como puedo ver la pelicula ? descargue todos los archivos pero no entiendo bien como puedo verla.

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    Respuestas
    1. Se unen con 7-Zip o, si la descargás con JDownloader, el mismo programa la vuelve a armar.

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