ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




miércoles, 5 de junio de 2013

Liberate i pesci - Cristina Comencini (2000)


TÍTULO ORIGINAL Liberate i pesci
AÑO 2000 
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 97 min. 
DIRECTOR Cristina Comencini
GUIÓN Cristina Comencini, Enzo Monteleone, Gennaro Nunziante
MÚSICA Stefano Arnaldi, Alessio Vlad
FOTOGRAFÍA Roberto Forza, Stefano Paradiso
REPARTO Michele Placido, Francesco Paolantoni, Lunetta Savino, Emilio Solfrizzi, Laura Morante, Angelica Ippolito, Eleonora Sergio, Marco Morandi, Joanna Chatton, Michele De Virgilio, Francesco Pannofino, Sud Sound System
PRODUCTORA Cattleya / Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC)
GÉNERO Comedia | Teatro 

SINOPSIS En Lecce, una de las ciudades de mayor belleza del sur de Italia, la gente espera ansiosamente la noche de estreno de "Aida" interpretado por un grupo moscovita de teatro. El que patrocina el evento es el criminal Michele Verrio, y Lunetta, su amante y ex-soprano, lo organiza. (FILMAFFINITY)


TRAMA:
A Lecce si sta aspettando la "prima" in piazza dell'Aida, allestita dalla compagnia Mosca. Mecenate dell'eventoè Michele Verrio, il boss più conosciuto della città. Impresario dello spettacolo è la sua amante Lunetta, una ex soprano. Lunetta proviene da una famiglia di aristocratici melomani, come suo fratello Sergio, giornalista, che ha abbandonato la città dopo che gli uomini di Verrio gli avevano fatto saltare l'auto per una sua inchiesta. Sergio è anche il primo marito di Mara. Con lei ha avuto una figlia, Sabina, che ora studia violino in America. Mara si è risposata con Emilio, titolare di un autosalone, che si è rivelato marito più affidabile di Sergio e l'ha aiutata a crescere Sabina, anche se per questo è dovuto entrare in relazione "economica" con Verrio. Mara ed Emilio vanno a prendere all'aereoporto Sabina e scoprono che anche il figlio di Verrio, Giovanni, studia in America. I due giovani si sono conosciuti negli Stati Uniti e si sono innamorati. Ed ora, essendo rimasta incinta, tornano insieme in italia decisi a sposarsi.
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=1412&film=Liberate-i-pesci

Cine italiano actual con la característica de un humor corrosivo impregnando toda la historia, plantea diversas situaciones que la convierten en una película de muchos personajes unidos todos por la figura de un padre mafioso que trafica con droga y que se lleva bastante mal con todo el mundo.
Nos encontramos así con el boss de Lecce, ciudad italiana a dónde regresa su hijo Giovanni  de USA con una chica de la misma ciudad, embarazada y conocida de la familia.
Siempre se dice que las ciudades pequeñas son como un pueblo, y en un pueblo, ¿quién no iba a conocer al jefe mafioso que es Michele Verrio, y a su amante ex soprano Lunetta? La familia de la chica, Sabina, también le conoce y, lógicamente, no les hace ni puñetera gracia emparentar con el Al Capone local.
Con lío monetario de por medio, la película intenta arrancarnos alguna sonrisa, pero se trata de un humor agridulce, y raro es lograr una buena carcajada.
Hay un conato de diferenciar dos generaciones, pero lo único que queda claro es que Giovanni se rige por valores diferentes a los de su padre y no siente el ansia de su progenitor por el dinero. Así que la pareja se volverá a USA, huyendo de la locura del padre, que parece tener más vidas que un gato, hasta que los hermanos siameses rusos se cansan de tanta mentira y desorganización.
El título Liberad a los peces está en relación con la pecera que tiene el magnate en su casa con destino a la cocina, o sea, los peces son cocinados por antojos de Michele, que en un momento de su ataque cardiaco quiere liberarlos. Aunque más bien creo que los peces son la pareja joven y Verrio se da cuenta, por fin, de que tiene que liberarlos de la pecera en la que ha tenido siempre a toda su familia y a si mismo.
La representación de la Aida de Verdi en la ciudad, patrocinada por Verrio y organizada por su amante Lunetta, es el contexto de la historia, pero queda como algo casi circunstancial, justificado tan sólo por ser la oportunidad para el último tráfico de droga de Michele.
Novísimo cine italiano buscando otras alternativas, no llega sin embargo a quedarse más que en una comedia prescindible,  en la que brillan, eso sí, sus intérpretes.
Carmelo
http://es.paperblog.com/liberate-i-pesci-comedia-italiana-de-cristina-comencini-653817/


In quel di Lecce, attorno alla messa in scena dell' "Aida" finanziata e voluta dal boss locale Michele Verrio, s'agitano diversi personaggi: Lunetta, impresario teatrale ed ex-soprano, amante del malavitoso; Sergio, fratello di quest'ultima, giornalista emigrato al Nord dopo aver visto saltare in aria la propria macchina per ordine di Verrio; Mara, già moglie di Sergio da cui ha avuto Sabina, una ragazza di 19 anni mandata a studiare negli USA; Emilio, secondo marito di Mara, concessionario d'auto entrato in relazione "economica" con Verrio per provvedere ai bisogni dei suoi cari.
Quando Sabina ritorna dagli States incinta di Giovanni, figlio di Michele Verrio, diviene inevitabile l'incontro-scontro fra due mondi, due realtà, due culture: salvo verificare, nel finale, che le distanze fra di esse risultano non essere poi così abissali, anzi esistono insospettabili affinità...
In questo suo ultimo lungometraggio, l'eclettica Francesca Comencini licenzia una ballata burlesca ed amarognola sul nostro Sud ed una sua primaria caratteristica; i legami, i vincoli che tutto e tutti uniscono, nuclei famigliari ed organizzazioni di malaffare, parenti e sgherri, paggi e scudieri.
Ben servita da un cast efficace ed affiatato (forse solo Michele Placido calca troppo la mano nella caratterizzazione del suo illetterato ras, rasentando il gigionismo), la regista dà vita con "Liberate i pesci" ad un film corale, mosso, atipico nell'ambito della nostra cinematografia più recente: che, tuttavia, non può dirsi pienamente riuscito, sospeso ed incerto com'è fra i registri della satira, del sarcasmo venefico, del dramma.
Ci sarebbe forse voluto lo sguardo d'un Germi, o almeno quello della Wertmüller d'antan: ciò non essendo possibile, ci si consenta su argomenti finitimi di preferir i veleni, il cinismo, il vetriolo del vecchio Monicelli in "Panni sporchi" (1999).
http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=pesci

LA REPUBBLICA, 30 gennaio 2000: Che differenza passa tra Cristina Comencini e il piccolo esercito di comici italiani che esordiscono di continuo nella regia? Che i primi hanno, quasi tutti, una idea molto vaga di cosa siano i “tempi” cinematografici di una commedia; la Comencini, invece, lo sa benissimo. Benché i suoi film precedenti s’inscrivessero piuttosto nel repertorio drammatico, lo aveva già dimostrato con “Matrimoni”, il penultimo: ma Liberate i pesci rende la cosa ancora più evidente. La storia, d’impianto corale, riguarda diversi tipi di “famiglie”: la famiglia tradizionale (moglie, marito, amante, figli); la famigliastra di ultima generazione (moglie, marito, figlia, primo marito della moglie e padre della figlia), la famiglia mafiosa. Rappresenta la prima e la terza tipologia Michele Verrio, potente e temuto boss della droga di Lecce. Verrio, che soffre di complessi culturali (è persuaso che Aida muoia di tisi), ha per amante Lunetta, rampolla di una famiglia aristocratica della città e sorella di Sergio, giornalista emigrato a Milano proprio per incompatibilità ambientale con il boss. Sergio è padre di Sabina, che ora vive con la madre Mara e col secondo marito di lei, Emilio (Emilio Solfrizzi). Le due famiglie sono destinate a imparentarsi perché in America, dove studiano entrambi, Sabina ha conosciuto il primogenito di casa Verrio, aspetta un pupo da lui e intende sposarlo. Orchestrato come un balletto intorno a una rappresentazione della “Aida” e a una festa di (presunta) morte del boss, Liberate i pesci è ben scritto, gronda di battute e gag azzeccate, muove una compagnia di attori in stato di grazia, che si divertono a recitare le loro parti quanto lo spettatore si diverte a guardarli. Però il comico non è un criterio unico di rappresentazione: come nella commedia all’italiana del buon tempo che fu, la Comencini vuole raccontarci anche qualche cosa sulla società, la famiglia, la cultura meridionale e le trasformazioni in atto. Lo fa assumendo una posizione equidistante sia dal buonismo alla Pieraccioni sia dal cattivismo programmatico alla Vanzina: mostra affetto per i suoi personaggi, senza per questo assolverli dai loro peccati. Evidentemente arrivare alla commedia non per direttissima, ma provenendo dal cinema drammatico, presenta alcuni vantaggi. Per tutti, a cominciare dallo spettatore.
Roberto Nepoti

TEMPI MODERNI, febbraio 2000: Sul palcoscenico il profilo di una sfinge, una tomba e lo spazio per una piramide. Lunetta è indaffaratissima ad organizzare il debutto di “Aida” nella piazza principale di Lecce. Il boss mafioso Michele Verrio, suo amante nonché mecenate della rappresentazione, pretende che la “prima” sia perfetta. La sua è una reputazione che non può permettersi ombre, soprattutto in un momento delicato come quello che sta vivendo: suo figlio Giovanni è tornato a sorpresa dall’America con fidanzata ed erede al seguito, e la sua unica intenzione è quella di dimenticare un nome scomodo e pericoloso. Malavitoso dalle pessime condizioni fisiche, Michele Verrio ha in ballo un grosso affare che vorrebbe portare a termine approfittando dello spettacolo tanto atteso. Attorno a lui una serie di personaggi fra loro inconciliabili eppure inscindibilmente legati: quelli della sua famiglia e della futura nuora. Figure esilaranti ed originali, con armadi pieni di scheletri impossibili, rapporti sentimentali iniziati e mai conclusi o conclusi in modo fallimentare. Vite incrociate, strapazzate e rinnegate, strabordanti di passioni e di tinte forti, come quelle del sole e del mare del Sud. Così tra gli intrighi comici e grotteschi di “cosa nostra”, le indagini improvvisate di due dei protagonisti, le note strazianti di opere liriche che invadono i cieli pugliesi, l’Aida inaugura la stagione canora, anche se al posto della piramide si è potuto rimediare solo un trullo. Da Trani a Lecce, passando per la Sicilia dei colori e delle tradizioni, Cristina Comencini sceglie ancora il Meridione per il suo nuovo ritratto d’insieme. Non un secondo episodio, né un seguito, ma un’altra tappa di uno stesso itinerario geografico, folcloristico, storico ed umano. "Matrimoni" si incentrava sulla svolta interiore ed esistenziale di una donna legata ad una catena fatta di tante vite: Liberate i pesci è una storia di malaffare ricca di ironia e di spunti divertenti. Ma in comune le due commedie hanno la coralità, il perfetto equilibrio fra le parti che non si sovrappongono, ma si integrano, tutte con lo stesso peso e la stessa importanza. Anche Michele Verrio (Michele Placido) che è un po’ il fulcro dell’intera vicenda, non avrebbe ragione di esistere senza le gag gigionesche di Sergio ed Emilio (Paolantoni e Solfrizi), le pozioni magico-erotiche di Lunetta (la bravissima Savino) e gli apporti sempre indovinati degli altri personaggi.
Elisabetta Marino
http://www.cristinacomencini.it/index.php?id=70

No hay comentarios:

Publicar un comentario