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domingo, 3 de febrero de 2013

Lo strano vizio della Signora Wardh - Sergio Martino (1971)


TÍTULO ORIGINAL Lo strano vizio della Signora Wardh
AÑO 1971
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 92 min. 
DIRECTOR Sergio Martino
GUIÓN Vittorio Caronia, Ernesto Gastaldi, Eduardo Manzanos Brochero
MÚSICA Nora Orlandi
FOTOGRAFÍA Emilio Foriscot
REPARTO George Hilton, Edwige Fenech, Conchita Airoldi, Manuel Gil, Carlo Alighiero, Ivan Rassimov, Alberto de Mendoza, Bruno Corazzari, Marella Corbi, Miguel Del Castillo, Luis de Tejada, Brizio Montinaro, Mira Vidotto
PRODUCTORA Coproducción Italia-España; Copercines, Cooperativa Cinematográfica / Devon Film / Laurie International / ML
GÉNERO Terror. Intriga | Giallo 

SINOPSIS Una mujer corre peligro de caer víctima de un asesino psicótico que asola las calles (o mejor dicho, los canales) de Venecia. Como sospechosos tenemos a su ex marido, su ex amante y su actual amante. (FILMAFFINITY)




Recensione
Primo notevolissimo thriller girato da Sergio Martino con la cognata Edwige Fenech (l'attrice era moglie di Luciano, produttore del film). Dei 3 i film girati dalla "famiglia" nel biennio 71/72 (gli altri sono Tutti i colori del buio, Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave), è sicuramente quello meglio riuscito.
Curiosa è la genesi dell'operazione. Sviluppato inizialmente come uno psico giallo sexy destinato a ricalcare i modelli collaudati da Romolo Guerrieri con Il dolce corpo di Deborah (prodotto dallo stesso Martino) ma soprattutto da Lenzi in coppia con Carroll Baker (Orgasmo, Così dolce così perversa, Paranoia), il soggetto de Lo strano vizio... viene rimpolpato in corsa con alcuni elementi tipicamente argentiani dopo il successo nelle sale de L'uccello dalle piume di cristallo. La contaminazione riesce così bene al punto che, all'interno del successivo 4 mosche di velluto grigio, lo stesso Argento inserirà un omicidio nel parco che per modalità di rappresentazione sembra fortemente debitore ad un delitto con set analogo presente nel film di Martino.
Il maggiore pregio del film è quello di mantene ottimamente in equilibrio la componente erotica e quella gialla. La prima è garantita dal morboso rapporto che lega Edwige Fenech a Ivan Rassimov, e soprattutto nel flashback in cui vediamo il torbido Jean iniziare l'amplesso cospargendo con schegge di vetro il corpo dell'amante, il regista ottiene una perfetta sintesi dei principi di Eros e Thanatos. Quanto all'intreccio e alla rappresentazione degli omicidi, Martino è particolarmente innovativo ed elegante, anche se gioco forza si ritroverà a maneggiare i tipici cliché del genere. Quindi ecco che ritroviamo il solito maniaco vestito di nero e armato di rasoio (icona che dobbiamo al Bava di Sei donne per l'Assassino), la foto che rivela un particolare fondamentale per svelarne l'identità (qui siamo dalle parti dell'Antonioni di Blow up), e persino il classicissimo omicidio nella doccia che inevitabilmente ci riporta con la memoria a Psycho.
Perfetto tutto il cast. Cristina Airoldi qui al debutto, diventerà in seguito una nota produttrice (Il ventre dell'Architetto, Porte Aperte, Dellamore Dellamorte).
Leggendaria la colonna sonora di Nora Orlandi. Se ne è accorto anche Quentin Tarantino che in tempi recenti ha ripreso il tema principale per il suo Kill Bill.
Un ultima curiosità. Nel film Julie Wardh riceve un mazzo di rose accompagnate da un bigliettino su cui è scritto "Ora so che cerchi di sfuggirmi... ma il tuo vizio è una stanza chiusa dal di dentro e solo io ne ho la chiave." Praticamente gli autori anticipano (inconsapevolmente?) il titolo di uno dei successivi film della serie. (http://trerose.blogspot.com/2007/09/lo-strano-vizio-della-signora-wardh.html)
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La critica ufficiale
"Fusione di due filoni (il giallo erotico-coniugale stile Il dolce corpo di Deborah e il thriller ad alta tenzione stile L'uccello dalle piume di cristallo), da cui nascerà un sottogenere che farà la fortuna dei fratelli Martino (Luciano è il produttore). In questo caso reggono sia la parte erotica (con la Fenech assai polposa) sia quella di paura, elegante e inventiva: tant'è che la scena del parco deserto verrà imitata da Argento in 4 mosche di velluto grigio. La sceneggiatura è di Edoardo Maria Brochero, Ernesto Gastaldi e Vittorio Caronia: e la raffica di sorprese finali funziona assai meglio che in altri casi. Musiche di Nora Orlandi."
Voto: **1/2

IL MEREGHETTI
"Primo film di Edwige Fenech con i fratelli Martino. Nascita di una lunga società. In realtà fu Sergio Martino a sceglierla come protagonista dopo che aveva girato delle nuove scene e rimontato l'edizione italiana di I peccati di Madame Bovary con Edwige Fenech. Poi, come la vide, il fratello Luciano la mise subito sotto contratto. Nato sulla scia di Il dolce corpo di Deborah, prodotto da Luciano Martino, subisce delle mutazioni di sceneggiatura dopo il successo straordinario di Dario Argento con L'uccello dalle piume di cristallo. (...) Notevoli le scene sadomaso in flashback tra la Fenech e Rassimov che la tagliuzza coi cocci di bottiglia. Ricorda Sergio Martino: "Io ci inserii la figura dell'assassino viennese, per cercare di rendere ancora più ingarbugliata la matassa di una storia la cui conclusione poteva essere più anticipata di quanto non fosse prevedibile. Comunque ci sono un paio di sequenze nel film che, rivedendole, ancora mi attraggono molto, tipo quella nel parco, in cui moriva Cristina Airoldi, oggi produttrice importante (...), fu bella anche l'idea del battito del cuore come commento musicale e anche quella del ghiaccio, una gag inventata da Ernesto Gastaldi" ("Nocturno"). Martino era alle prime armi e, come ricorda Ivan Rassimov, si faceva molto consigliare dall'operatore, Giancarlo Ferrando (possibile?)."
STRACULT di Marco Giusti
http://forum.tntvillage.scambioetico.org/?showtopic=126697
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E' un bel film questo "The Strange Vice of Mrs. Wardh". Non un capolavoro e nemmeno, per chi scrive sia chiaro, il miglior film di Martino. Ma funziona. O meglio, riesco ancora a vederlo con grande piacere. Paga probabilmente il fatto di essere stato il prototipo delle filiera di thrilling settanteschi di grande successo (uscì il 15 gennaio 1971) diretti da Martino a inizio decennio, per cui si ha come una sensazione di "già visto" nel riguardarlo, ma sono questioni di lana caprina. Basterebbero le sequenze oniriche con protagonisti la Fenech ed il grande Ivan Rassimov ad assicurare alla pellicola una nicchia nell'empireo del bis nazionale.
Sceneggiatura del fido Ernesto Gastaldi e la solita, impeccabile, elegante regia di Martino, che apprezzo molto, da sempre, anzi, pregio in modo particolare i suoi poliziotteschi, in primis "Milano Trema: La Polizia Vuole Giustizia" (1973) con Luc Merenda/Caneparo, un capolavoro, nonchè "La Città Gioca d'Azzardo" (1975) e "La Polizia Accusa: Il Servizio Segreto Uccide" (1975) sempre con Luc e con un insolito e fumoso Tomas Milian, per non parlare del tardo-western "Mannaja" (1977) con Maurizio Merli.
Grande cura registica riscontrabile pure in questo "Mrs. Wardh", con una splendida (ma che ve lo dico a fare) Edwige Fenech persa in una spirale di paranoia, ricatti, violenze e sesso, con le belle facce di George Hilton e di Ivan Rassimov a riempire i fotogrammi della pellicola. Che risulta più efficace quando gioca la carta della sexploitation con picchi di violenza e sadismo, specialmente nelle sequenze in cui la Fenech rimembra il morboso rapporto che la legava a Jean (Rassimov), suo ex-amante e torturatore, rispetto all'impianto thrilling che sembra scricchiolare un poco. Ripeto, questione di gusti, come al solito, ma preferisco il successivo "Il Tuo Vizio è una Stanza Chiusa e solo Io ne ho la Chiave" (1972, titolo "telefonato" da uno dei biglietti recapitati alla Fenech) anche se poi, stringi stringi, giochiamo sempre nello stesso campo, campo che comunque Martino conosceva e gestiva da par suo, sempre giocando con violenza esibita e nudi strategici della Fenech, che ancora fanno tremare i polsi dell'appassionato, sia sotto la canonica doccia (materiale osceno deputato ad un'altra branca del bis) sia sotto le cure di Rassimov o di Hilton (gran piacione del nostro cinema, che ho recentemente apprezzato durante l'ennesima visione di "Testa t'ammazzo, Croce... sei morto... Mi chiamano Alleluja", 1971 di Giuliano Carmineo).
Gli amanti del giallo italico anni settanta, apprezzeranno senza meno, questione di atmosfere, locations, costumi e inquadrature che costituiscono l'impalcatura dei thrilling martiniani, abbiamo lasciato fuori "La Coda dello Scorpione" (1971), "Tutti i Colori del Buio" (1972) e "I Corpi Presentano Tracce di violenza carnale" (1973), si, proprio il famigerato "Torso", conosciuti e apprezzati anche e maggiormente all'estero, in particolare "Lo Strano Vizio..." molto amato da Quentin Tarantino che ha utilizzato un brano della colonna sonora orchestrata da Nora Orlandi, Dies Irae, in alcune sequenze di "Kill Bill Vol.2", per poi riuscire a convincere la Fenech a ritornare in un cameo (brevissimo) in "Hostel 2" del compagno di merende Eli Roth. Come dargli torto, Edwige è ancora oggi visione ottundente, abbacinante, capace di dare quadratura ad un progetto anche solo con un primo piano o con qualche centimetro di pelle mostrata alla cinepresa, vedi nel film in questione, la bellissima scena in cui fugge da Rassimov nel bosco, sotto la pioggia, con la cinepresa sadica di Martino che sembra promettere la visione di quel corpo glorioso, bagnato e percosso, per poi mostrare giusto un capezzolo che sfugge dalla giacca. Magnifico.
Consigliatissimo. E poi, Ivan Rassimov, Ivan Rassimov, Ivan Rassimov, meglio ripeterlo tre volte, mai abbastanza citato e ricordato, il vecchio Cjamango (fratello di Rada) nonchè protagonista de "Si può essere più bastardi dell'Ispettore Cliff?" (1973) di Massimo Dallamano, tra le altre, tantissime cose. 7 maggio 1938 - 14 marzo 2003. Ci sono pure Alberto De Mendoza, Bruno Corazzari e Cristina "Conchita" Airoldi.
Belushi
http://robydickfilms.blogspot.com.ar/2011/11/lo-strano-vizio-della-signora-wardh-aka.html


PSICOEROTISMO GIALLO, AGRADABLE SORPRESA A LOS OJOS QUE NO VEN

Julie Wardh (Edwige Fenech) regresa con su marido Neil (Eduardo de Mendoza) a Viena después de pasar unos intensivos días de trabajo, por parte de él, en Estados Unidos y que una vez a su llegada su ausencia será cada vez más recurrente. Ella no puede soportar estar sola en la oscuridad, cuando le atraen los recuerdos de Jean (Ivan Rassimov) un sádico compañero de fiestas a quien la poseía como amante y la sometía a todo tipo de actos impúdicos y sadomasoquistas. Mientras cae la noche, un psicópata está aterrorizando la ciudad dejando tras de sí, cadáveres de mujeres jóvenes y con evidentes signos de haber estado acuchilladas con una navaja de afeitar. Carol, una amiga de Julie, la convencerá para que asista a sus fiestas y le presenta a su primo George (George Hilton) con quien mantendrá una relación apasionada, convirtiéndose en su protector contra Jean.
A primera vista podría parecer previsible un desenlace si se ha leído el argumento. Pero “Il Strano Vizio di la Signora Wardh” se rodó en el mejor momento del “giallo”, la respuesta italiana a cualquier ofrecimiento “gore” que no fuera de manufactura italiana. I no hay que mencionar a Darío Argento como el artífice, Sergio Martino merece un segundo puesto, por muy decadente que fueran filmes posteriores como “La Montaña del Dios Caníbal” (La Montagna del Dio Cannibale, 1978); “2019 Tras la Caída de Nueva York” (2019 Dopo la Caduta di New York, 1983) o “Destroyer: Brazo de Acero”(Vendetta dal Futuro, 1986), explotations en desuso que forman parte de la memoria histórica del cartucho VHS pero que gozan de la simpatía de muchos nostálgicos que disfrutaban del ingenio y poco esfuerzo narrativo en sendas imitaciones de série B americana.
Como anécdota de éste largometraje que podría parecer irrisorio por sus escenas de erotismo “light” hasta predecir un cansino aborrecimiento y que ayudan poco a crecer el clima de tensión en la trama, la banda sonora es otro de los aciertos que le dan vida a éste clásico de los films de segunda; el tema principal fue compuesto por Paolo Ormi y Nora Orlandi (Tarantino aprovecharía para utilizarla en alguna escena de “Kill Bill Vol. 2” pero no así añadirla en el soundtrack). Algunos de los exteriores se rodaron en la localidad catalana de Sitges.
Natxo Borràs
http://www.filmaffinity.com/es/reviews/1/981525.html

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