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domingo, 20 de enero de 2013

La poliziotta - Stefano Vanzina (Steno) (1974)


TÍTULO ORIGINAL La poliziotta
AÑO 1974
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 100 min. 
DIRECTOR  Stefano Vanzina (Steno) 
GUIÓN Sergio Donati, Luciano Vincenzoni, Nicola Badalucco, Giuseppe Catalano
MÚSICA Gianni Ferrio
FOTOGRAFÍA Alberto Spagnoli
REPARTO Mariangela Melato, Renato Pozzetto, Orazio Orlando, Mario Carotenuto, Armando Brancia, Gianfranco Barra, Alberto Lionello, Giuseppe Castellano, Pia Velsi, Alvaro Vitali, Gianni Solaro
PRODUCTORA Compagnia Cinematografica Champion
PREMIOS 1974: Premios David di Donatello: Mejor actriz (Mariangela Melato)
GÉNERO Comedia 

SINOPSIS Cuenta la historia de Gianna (Mariangela Melato), que se describe como una mujer atractiva y muy buena en su profesión, explotada en una posición de inferioridad, vista por los hombres como un objeto. Ahora cansada de esta situación, decide trasladarse a Milán para convertirse en policía. Se gradua con honores y después de cambiar su nombre por Giovanna, en recuerdo de la Doncella de Orleans, inmediatamente entra en servicio, orgullosa de su trabajo, pero a medida que continúa su trabajo descubre cómo funciona este mundo: maraña de mentiras, fraude, nepotismo y "clientelismo" entre las empresas privadas y estatales. Su fuerza de voluntad y su sentido del deber le llevan a atraer la atención de los medios. (FILMAFFINITY)


Per ricordare Mariangela Melato

Mariangela Melato (Milano, 19 settembre 1941 - Roma, 11 gennaio 2013), un'insostituibile interprete della commedia all'italiana ci lascia. Una grande perdita per il cinema, ma soprattutto per noi che l'abbiamo amata, che andavamo a vedere un film solo perchè lei faceva parte del cast, anche se eravamo adolescenti e non capivamo niente di opere importanti come Attenti al buffone o Todo modo. Abbiamo rivisto una sua memorabile interpretazione. Vogliamo ricordarla parlando di un suo film, simbolico mazzo di fiori, rose rosse che nel buio della sala affidiamo allo stupore dei suoi occhi.

La poliziotta (1974) è una commedia diretta da Steno e interpretata da un’ottima Mariangela Melato che fa da precursore a una serie di sequel apocrifi girati da Michele Massimo Tarantini con protagonista Edwige Fenech. Il film di Steno è una commedia di costume ancora di grande attualità, femminista, polemica nei confronti della politica e delle amministrazioni corrotte, capace di puntare il dito accusatore sugli industriali privi di scrupoli che avvelenano l’ambiente con scarichi illeciti. Gli elementi erotici sono limitati a un tentativo di approccio tra Alberto Lionello e Mariangela Melato, durante il quale la bella attrice milanese mostra le lunghe gambe fasciate da calze autoreggenti.
Un buon film che racconta la voglia di non essere più trattata da donna oggetto da parte di Gianna Abbastanzi (Melato), vessata da un fidanzato maschilista (Pozzetto) e da un datore di lavoro dalle mani lunghe (Ballista). Gianna diventa vigile urbano e indossa i panni di un’eroina pronta a difendere tutti dai soprusi e a scoprire magagne e corruzione. Gianna si trova a lottare contro i politici e gli imprenditori che vogliono metterla a tacere con la complicità del sindaco e del capo della polizia (Carotenuto). Resta solo lei e un coraggioso giovane magistrato innamorato (Orlando) a lottare contro i mulini a vento. Tra l’altro Gianna è invaghita della persona sbagliata, un politico corrotto (Lionello) che un giorno la invita a casa sua e cerca di possederla in cambio del suo silenzio. Si tratta della parte più erotica del film, ma la sensualità di Mariangela Melato è mitigata dalla comicità. Il finale è amaro, perché pretore e poliziotta decidono di continuare da soli la lotta contro i poteri forti, ma si ritrovano a vivere felici e contenti in un’isola a sud della Sicilia.
Il film è molto riuscito, fonde la satira di costume alla commedia di carattere e conta su interpretazioni eccellenti, prime tra tutte quella di una Mariangela Melato perfetta nel ruolo da Giovanna D’Arco idealista. Non sono da meno i comprimari. Renato Pozzetto pare improvvisare le battute da quanto sono spontanee, Alberto Lionello è un dandy irresistibile, Orazio Orlando un buon pretore innamorato, Gianfranco Barra un aiutante dalla comicità spontanea, Alvaro Vitali potrebbe fare di più se non fosse doppiato, Mario Carotenuto è un sornione superiore corrotto e Umberto Smaila un arrogante figlio di papà. Steno crea una commedia interessante e compie una satira graffiante per criticare volgarità e corruzione.
Il successo de La poliziotta scatena i finti sequel della commedia sexy che hanno meno pretese e sono dichiaratamente comici. Edwige Fenech afferma: “Il mio film non va assolutamente considerato il seguito de La poliziotta con Mariangela Melato. Quel film aveva intenti sociali che qui mancano del tutto. La Melato era una donna che aveva problemi con la società, io invece sono una poliziotta sul piano comico. Ne faccio di tutti i colori, sbaglio tutto, provoco un macello, ma alla fine colpisco il cattivo. Questo è il primo film comico alla Harold Lloyd con una protagonista femminile. Recito vestitissima e la comicità è più nel dialogo che nelle situazioni. Mi è stato chiesto di recitare, non di spogliarmi, in definitiva. Segno questo della mia evidente evoluzione” (da Michele Giordano “La commedia erotica italiana” - Gremese, 2002). Il paragone tra La poliziotta fa carriera (1976) di Michele Massimo Tarantini e La poliziotta di Steno non va neppure fatto, perché sono due lavori troppo diversi. La poliziotta è una parodia impegnata, al femminile, dei poliziotteschi che proprio Steno ha lanciato con La polizia ringrazia (1972) e si propone di compiere un discorso sociale. Tarantini con La poliziotta fa carriera vuole soltanto far sorridere usando i meccanismi della farsa e della pochade. La poliziotta interpretata da Edwige Fenech prosegue con La poliziotta della squadra buon costume (1979) e La poliziotta a New York (1981), sempre di Michele Massimo Tarantini.
http://cinetecadicaino.blogspot.com.ar/2013/01/per-ricordare-mariangela-melato.html
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La poliziotta di Steno, del 1978, è una commedia dai contorni amari. Gianna [Mariangela Melato], diminutivo di Giovanna Abbastanza, è una giovane donna avvenente ma triste. Tutto le dà noia: il padre padrone che pretende il caffè ben caldo a letto, con tanto zucchero e già girato; il fidanzato [Renato Pozzetto], proprietario di un negozio di scarpe di lusso, dedito al lavoro ma incapace di amare, un bambinone a tutti gli effetti. Gli uomini, per la maggior parte cafoni e guardoni, credono che da una bella ragazza come Gianna si possa ottenere tutto, ci provano spudoratamente per poi, dopo essere stati sonoramente rifiutati, spettegolare malignamente sul suo conto. Neanche la sua presunta gravidanza viene tenuta nascosta: il farmacista, infatti, svela agli amici la notizia, gettando nel fango la povera ragazza. Gianna, da ragazza svampita e imbranata, con una visione della vita piuttosto trasognata, comincerà a reagire proprio in seguito ai soprusi e alle ingiustizie subite.
La goccia che fa traboccare il vaso è la partecipazione ad un concorso di vigili urbani: Gianna sarà l’unica donna a partecipare e supererà la prova. Mentre gli altri colleghi, una volta assunto l’incarico, iniziano a praticare il loro lavoro facendo sconti ai “figli di”, Gianna si mostra da subito inflessibile. Continue saranno le sanzioni firmate dalla vigilessa ai danni dei più, senza distinzione di classe.
Così facendo Gianna dimostrerà quanto coraggio possa avere una donna all’interno di una società maschilista, e soprattutto quanta soggezione una donna di polso possa creare negli uomini.
Ma si sa, non può generalizzare, e anche la disillusa Gianna presto troverà la persona giusta per lei: il pretore Patanè [Orazio Orlando], gentile e rispettoso, il quale ha subito per lei una folgorazione proprio grazie al suo profondo senso di giustizia, pur non essendo esentato neanche lui dalla valanga di multe firmate dalla donna.
Il capo della polizia [Mario Carotenuto], impallidisce di fronte all’entità delle contravvenzioni e ligio al suo dovere, si fa per dire, le brucia nel suo ufficio, risparmiandone poche.
La situazione degenera quando ad essere multato è il figlio del sindaco [Umberto Smaila] che, certo dell’annullamento della pratica una volta svelata la sua identità, deride la vigilessa, senza intuire la sua caparbietà.
Gianna va allontanata al più presto, e il modo per farlo è metterla in trappola. A farlo sarà l’odioso assessore Tarcisio [Alberto Lionello], con i suoi complici. Riuscirà Gianna a dimostrare la sua innocenza?
La poliziotta è un film di denuncia leggero, che accosta ad uno spensierato ritratto di un’Italia ladruncola, un altro in cui le donne iniziano ad emergere. Gianna, infatti, pur se con la testa tra le nuvole riesce a prendere atto della società in cui vive e a prendere le mosse da questa per mettere in mostra le sue doti, e smettere di arrancare.
Un’ottima interpretazione [ma non c’era dubbio] quella di Mariangela Melato, spassoso anche Renato Pozzetto, in una veste diversa da quella a cui ci ha abituati. Oltre a Carotenuto, un altro dei nostri più famosi caratteristi, Alvaro Vitali, ci propone un’appariscente caratterizzazione del “cretino” raccomandato.
Un film da vedere, non solo per la denuncia sociale di cui è pregno, ma anche per la presenza di un cast eterogeneo e convincente. Non la solita commedia: si ride poco, forse, ma si può pensare, perlomeno.
La poliziotta è distribuita in DVD da CG Home Video, nell’edizione CineKult. All’interno della sezione extra, troviamo una lunga intervista-carriera allo sceneggiatore del film, Sergio Donati, oltre al trailer e alla galleria fotografica.
Gilda Signoretti
http://www.ingenerecinema.com/la-poliziotta-di-steno/


Il mio più sentito omaggio, e di tutto il blog, a Mariangela Melato, recentemente scomparsa. Grandissima attrice milanese, di Teatro anzitutto e poi di Cinema, non ha certo bisogno di me per farne la biografia. Ho deciso di ricordarla con un film che per una come lei può sembrare "minore", in realtà è un vero Cult in quanto considerato il capostipite della c.d. "commedia sexy all'italiana", anche se qua tette e culi non se ne vedono, nonostante gli espliciti ammiccamenti delle locandine originali. Il salto di "qualità in carne esposta" ci sarà nei 3 sequel che vedranno protagonista Edwige Fenech: "La poliziotta fa carriera", "La poliziotta della squadra del buon costume", "La poliziotta a New York".
Steno e la Melato hanno aperto la strada e, proprio perché film leggero, è di quelli che meglio fanno apprezzare la bellezza di quest'ultima e la sua capacità espressiva. Per Gianna in "La poliziotta" vinse il David come migliore attrice protagonista. Si mise in gioco dopo aver fatto film importanti, con Elio Petri, Lina Wertmuller, Nino Manfredi, Florestano Vancini, Vittorio De Sica... scappellamento a lei con doppio inchino quindi.
Un po' di trama da wiki:
Il film racconta la storia di Gianna, descritta come una donna piacente e molto brava nella sua professione, sfruttata e annichilita a una posizione di inferiorità poiché vista dagli uomini come un oggetto. Ormai stanca di questa situazione decide di trasferirsi da Ravedrate a Milano, ma alla stazione del paese trova ispirazione per il suo riscatto: la possibilità di diventare vigile urbano. Si diploma con il massimo dei voti e dopo aver cambiato nome in Giovanna, in ricordo della Pulzella d'Orléans, entra subito in servizio, fiera del suo incarico, ma man mano che prosegue nel suo lavoro scopre come tutto il mondo politico sia un intrico di menzogne, truffe, clientelismi e nepotismi tra privati, aziende e Stato. I suoi oppositori tentano in ogni modo di emarginarla a incarichi duri o di minor importanza, poi di ostracizzarla e infine di diffamarla. La sua forza di volontà e il suo senso del dovere la portano comunque ad attirare l'attenzione dei media, riesce a portare al Ministero le sue denunce ma, anche lì, l'illegalità regna e queste vengono fatte sparire. La povera Gianna viene spedita in un posto vacante in una sperduta isola siciliana assieme al pretore che l'aveva spalleggiata.
Il DVD dei nocturniani la ritrae in primo piano, se lo merita tutto. La figura di Gianna rappresenta poi per l'epoca qualcosa di particolare. Come nella tradizione delle migliori commedie all'italiana - e Steno non è certo uno sprovveduto - il film calca la mano, senza mai diventare però pesante, sui pregiudizi dell'epoca verso le donne, sulla loro condizione di vita e, non poco, su alcuni problemi sociali, come quello dell'immigrazione dei meridionali al nord e della spaventosa e cinica corruzione politica connivente con compiacenti imprenditori che imperava e continua ad imperversare, distruggendo relazioni sociali e ambiente senza alcun ritegno. Non manca quasi nulla del malcostume nostrano, compreso un figlio del sindaco "baùscia" che per andare con due pupazze al bar lascia la macchina parcheggiata ad ostruire l'ingresso dell'ospedale alle ambulanze. "Una risata vi seppellirà" sembra dire il film a quella gentaglia ritratta...
Si ride, film divertente, con tanti attori importanti del genere e non solo: Orazio Orlando: pretore Patanè; Mario Carotenuto: il capitano dei vigili urbani; Armando Brancia: il senatore; Renato Scarpa: il farmacista; Gianfranco Barra: dottor Gargiulo, l'aiutante del pretore; Umberto Smaila: il figlio del sindaco; Renato Pozzetto: Claudio; Alberto Lionello: assesore Tarcisio Monti; Alvaro Vitali: Fantuzzi; Gigi Ballista: l'avvocato, primo datore di lavoro di Giovanna...
Dialogo che merita d'essere fissato avviene quando torna a casa dopo l'ennesima delusione dagli uomini e decide di andar via anche da casa, e da quel paese:

Giannina: Eh no vacca miseria boia! Sono stufa io! Ma cosa sono io? Due tette che camminano? Un culo da toccare? Basta, sono una donna sono! Sono un essere umano sono! E se ne accorgeranno, eccome se ne accorgeranno!
Mamma: Ma che discorsi fai, io mica ti capisco!
Giannina: Lo so che non mi capisci, se mi capivi mica stavi qua a fare la schiava al sultano
Papà: Sultano... sultano a me?
Giannina: Parto, me ne vado... salgo sul primo treno e me vado... in capo al mondo vado!

Belle le location, soprattutto nella bergamasca. Non cercate il comune di Ravedrate, non esiste, è un nome di fantasia.
Là dove Gianna e il pretore si fermeranno a pranzo e a ballare si vede nello sfondo il famoso ponte tra Paderno d'Adda e Calusco d'Adda, posto dove (almeno fino a qualche anno fa, l'ultima volta che ci son stato) sorge un bel ristorante con un panorama stupendo, in quel punto dove il fiume forma una gola. Quel ponte è (o forse era) anche meta degli appassionati di "base jumping".
Se poi non ci siete mai stati, visitate Bergamo Alta, è un borgo stupendo e molte scene son girate lì.
Come detto, di carne al fuoco, nel senso degli argomenti, non ne manca. Tanti i piccoli episodi che meriterebbero citazione perché oggi a distanza di anni fan quasi tenerezza, aggiungono umorismo a quello già volutamente prodotto. Scegliendone uno sottolineo quello di quando Gianna, addetta al "nucleo censimento immigrazione interna", va a censire una famiglia di meridionali che vivono in delle catapecchie. Dettagli a parte, è roba di poco più di 30 anni fa, e sembra di vedere quello che ora avviene per i controlli degli extracomunitari clandestini. Mi ha lasciato a bocca aperta.
Insomma, senza tirarla troppo per le lunghe, un film da vedere.
Ancora un caro saluto a Mariangela Melato. Altre volte l'ha fatto senza pudori, anche nudi integrali A+B, ma qua non si spoglia per niente, però... guardatevela in look afro-sexy quando andrà a trovare l'assessore, e poi mi dite.
http://robydickfilms.blogspot.com.ar/2013/01/la-poliziotta.html#more

2 comentarios:

  1. Hola Ammarcord, estaba terminando de bajar Signore & Signori cuando vi el nuevo post. Me shockeó saber de la muerte de Mariangela. La conocí gracias a vos cuando bajé de acá Caro Michele.Qué hermosa esta en esa película. Después la volví a ver en Il Gatto (también bajada de acá y seguro junto con Amici Mie, y La Cage aux Folles mis tres comedias favoritas)Ahora bajo esta para seguir conociéndola. Muy interesantes como siempre los textos que adjuntas a los posts. Gracias por todo!!!

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