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martes, 2 de octubre de 2012

La vittima designata - Maurizio Lucidi (1971)


TÍTULO ORIGINAL La vittima designata
AÑO 1971
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español e Inglés (Separados) 
DURACIÓN 105 min. 
DIRECTOR Maurizio Lucidi
GUIÓN Augusto Caminito, Aldo Lado, Maurizio Lucidi, Antonio Troiso
MÚSICA Luis Bacalov
FOTOGRAFÍA Aldo Tonti
REPARTO Tomas Milian, Pierre Clémenti, Katia Christine, Luigi Casellato, Marisa Bartoli, Ottavio Alessi, Alessandra Cardini, Enzo Tarascio, Carla Mancini, Bruno Boschetti
PRODUCTORA Produzioni Cinematografiche Europee (P.C.E.)
GÉNERO Thriller | Giallo

SINOPSIS Stefano, casado con Luisa, pretende que ésta acceda a la venta de unas acciones que reportarían a la pareja una cantidad de dos millones y medio de liras, pero la titular de estas acciones es Luisa y ella se niega a tal venta ya que son una pareja acomodada sin necesidad de tener mas dinero, sin embargo Stefano es ambicioso y solo piensa en lo que haría con semejante cantidad. Stefano mantiene una relación con una amante llamada Fabienne y en el transcurso de un paseo conocen a un tipo con un aire extraño y enigmático, se trata de el Conde Tiepolo, éste hará por verse en otras ocasiones con Stefano y acabará proponiéndole un negocio, un intercambio de asesinatos, el Conde matará a la mujer de Stefano y a cambio este asesinará al hermano del Conde... (FILMAFFINITY)




Raffinato, romantico, elegante, crepuscolare, decadente… Siamo di fronte ad un bellissimo thriller che si avvale di una sceneggiatura perfetta e delle superbe prove di Tomas Milian (che qui si doppia da solo) e Pierre Clementi, entrambi belli e dannatamente bravi, sullo sfondo di una Venezia mai così ambigua, magica e nel contempo affascinante quanto loro. Naturalmente allo spettatore colto non sfugge il più che evidente rimando al plot del bellissimo “Delitto per delitto” di Alfred Hitchcock ma la rilettura fatta dal regista Maurizio Lucidi (qui molto bravo e misurato) non si riduce ad una banale scopiazzatura, anzi: è vero che lo spunto iniziale è identico e che la storia ricalca, fatte le dovute proporzioni, le stesse azioni di Farley Granger e Robert Walker ma l’ambientazione veneziana è veramente qualcosa di sublime e rende la pellicola estremamente originale. Non credo sia un caso che altri registi dopo abbiano avuto l’idea di usare la crepuscolare cornice lagunare per ambientarvi i loro thriller (penso ad Aldo Lado, Nicholas Roeg e Antonio Bido)…
Stefano (Tomas Milian) è un pubblicitario coperto di debiti e sull’orlo del fallimento, nonchè azionista di minoranza nella società della ricca moglie Silvia (Marisa Bartoli). Per tentare di sanare i debiti e poter fuggire via con la sua giovane amante, la modella Fabiane (Katia Christine), propone alla moglie di vendere la società per circa 250 milioni di lire adducendo il pretesto di un grandioso progetto pubblicitario ma la donna non abbocca. Per distrarsi dai guai Stefano si reca a Venezia con Fabiane e lì fa la conoscenza di un giovane ambiguo, strano e affascinante: il ricco conte Matteo Tiepolo (Pierre Clementi). I due parlano e si confidano: Stefano parla dei suoi fallimenti personali e della sua frustrazione dovuta all’insensibilità della moglie che, nonostante le sue ricchezze, non lo aiuta a risollevarsi e Matteo gli parla di suo fratello, la persona che più odia al mondo. Una sera, durante una gita in motoscafo, Matteo propone a Stefano di scambiarsi un favore: lui ucciderà la moglie di Stefano e Stefano ucciderà il fratello così nessuno potrà collegare i due delitti in quanto nessuno ha un movente per uccidere la propria vittima. Stefano crede che il suo nuovo amico stia scherzando e rifiuta la scioccante proposta. Torna a casa e decide di portare la moglie a trascorrere una breve vacanza nella loro villa sul lago di Como per cercare ancora una volta di convincerla a vendere la società. Di fronte all’ennesimo rifiuto cade in preda alla disperazione e decide di falsificare la firma della moglie sull’atto di cessione. A sorpresa ricompare di nuovo Matteo che gli ripropone l’affare del doppio delitto; anche stavolta Stefano non gli dà ascolto. Una sera, Silvia riceve a casa un mazzo di fiori accompagnato da una lettera nella quale Matteo, che si definisce grande amico di Stefano, la avverte della falsificazione della firma. La rottura tra Silvia e Stefano diventa quindi ormai insanabile. Accecato dall’ira, Stefano cerca Matteo per fargliela pagare ma non lo trova in albergo; sul suo cammino incontra invece una ragazza tedesca, una certa Christine (Alessandra Cardini), che gli chiede un passaggio per l’aeroporto ma non riesce a prendere l’aereo; Stefano le offre ospitalità presso la sua villa sul lago e passa con lei la notte. Il mattino seguente chiama a casa della moglie ma al telefono risponde il commissario Finzi (Luigi Casellato) che lo informa che sua moglie è stata uccisa, probabilmente in seguito all’aggressione di un ladro che si è anche impossessato di gioielli e preziosi. Tuttavia il commissario è sospettoso, ritiene che quella del furto sia una messinscena e Stefano non ha nemmeno un alibi perchè intanto la ragazza tedesca è scomparsa nel nulla…
Cosa possiamo dire delle fantastiche musiche? Luis Enriquez Bacalov compone una colonna sonora classica e baroccheggiante e per l’interpretazione affianca un’imponente orchestra sinfonica ad un gruppo rock, i New Trolls; questo esperimento sarà ripetuto dal maestro argentino anche l’anno dopo con le sue musiche originali di “Milano calibro 9? interpretate dal complesso degli Osanna (anche se verrà riciclato, in una breve scena d’amore tra Moschin e la Bouchet, il brano “Adagio”). La colonna sonora del film di Lucidi confluirà in grandissima parte in quello che poi diventerà il celeberrimo album “Concerto grosso per i New trolls”: rock progressive sposato con la musica classica in un connubio unico e irripetibile. Il brano “My shadow in the dark” viene cantato nel film da Tomas Milian mentre nel disco “Concerto grosso” le voci sono di Nico Di Palo e Gianni Belleno. Da non perdere.
http://ilmiovizioeunastanzachiusa.wordpress.com/2011/12/10/la-vittima-designata-1971/
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SINOPSIS:
Stefano, casado con Luisa, pretende que esta acceda a la venta de unas acciones que reportarían a la pareja una cantidad de dos millones y medio de liras, pero la titular de estas acciones es Luisa y ella se niega a tal venta ya que son una pareja acomodada sin necesidad de tener mas dinero, sin embargo Stefano es ambicioso y solo piensa en lo que haría con semejante cantidad.
Stefano mantiene una relación con una amante llamada Fabienne y en el transcurso de un paseo conocen a un tipo con un aire extraño y enigmático, se trata de el Conde Tiepolo, este hará por verse en otras ocasiones con Stefano y acabara proponiéndole un negocio, un intercambio de asesinatos, el Conde matara a la mujer de Stefano y a cambio este asesinara al hermano del Conde...

COMENTARIO:
Nacido en Florencia en 1932 no tengo el gusto de conocer muchos títulos de Maurizio Lucidi, tan solo creo haber visto "En el Oeste se puede hacer... amigo" que dirigiera un año después de este titulo que os reseño y "Nosferatu, príncipe de las tinieblas" donde consta como director sin acreditar, algo que haría Augusto Caminito, curiosamente colaborador en el guión de "La víctima designada".
"La víctima designada" es una revisión en clave de giallo de la película de Alfred Hitchcock "Extraños en un tren", basada aquella en la novela de mismo titulo de Patricia Higsmith, si en la película de Hitchock el personaje interpretado por Farley Granger era abordado por un enigmático joven interpretado por Robert Walker en este giallo es el personaje interpretado por un gran Tomas Milian el que sufre un acoso muy sutil por un no menos enigmático Pierre Clémenti, de pelo largo y con un aire que me ha parecido un poquitin "amanerado", en lugar de que los hechos ocurran en un tren en esta ocasión la trama se desarrolla en la bonita Venecia, entre canales, barcas y edificios envejecidos, hay varios films de culto que se desarrollan en esta misma ciudad, hay tenemos por ejemplo "Alma perdida" o "Nero Veneziano".
Muy buena trama, con su investigación policial, personajes mentirosos y un final realmente brutal, todo ello acompañado de una música muy bien escogida y unos personajes muy bien interpretados. Desde ya uno de mis giallos favoritos.
Robert Garcia
http://gialloteca.blogspot.com.ar/2011/07/la-victima-designada.html?zx=f341bebcb91aa6de

Lo adoro, semplicemente. Lo vidi la prima volta quando uscì, inizio Settanta. Poi l’ho perso di vista per decenni soffrendone la mancanza e l’ho ritrovato in dvd solo pochi anni fa. Non se lo ricorda più nessuno, salvo qualche sito di cinefili estremi e invasati, ma in fondo neanche quelli, perché La vittima designata è troppo maledettamente ben costruito, troppo poco sgangherato per essere davvero amato dagli amanti dei B-movies. Nemmeno Marco Giusti lo cita nel suo ormai classico StraCult, lacuna piuttosto strana per uno che ha catalogato con ossessiva minuzia i film di genere italiani.
Facciamo un salto agli Early Seventies, alla stagione degli Italian Gialli, come li hanno poi battezzati negli Usa i thriller all’italiani proliferati in decine, centinaia di esemplari sulla scia del successo di Dario Argento. La vittima designata di Maurizio Lucidi, uno che né prima né dopo ha girato alcunché di memorabile, e che qui ha trovato il film della sua vita (e un po’ anche della mia), nasce in quel clima, e a quel filone oggi viene ascritto. Erroneamente, perché il film di Lucidi con Argento e epigoni vari c’entra poco. Semmai ha Hitchcock come riferimento, di cui copia spudoratamente, ma molto bene, Delitto per delitto (o L’altro uomo).
Il cast è stellare. Tomas Milian, a cavallo tra i suoi spaghetti western come Tepepa e il futuro Monnezza, e ancora credibile nei panni di un personaggio borghese, è Stefano, un creativo milanese sposato a Silvia, una donna con molti più anni e soldi di lui (un classico). Bello e inerte, Stefano ricorda da vicino il personaggio interpretato dallo stesso Milian in Il lavoro, lo strepitoso episodio viscontiano di Boccaccio ’70. Solo che qui la commedia cinica di Visconti lascia il posto allo psycho-thriller senza se e senza ma.
Stefano ha una ragazza, Fabiane, una modella con cui vorrebbe scappare e rifarsi una vita. Certo, pensa, sarebbe bello se Silvia morisse e lui si godesse l’eredità con Fabiane. Gli legge nel pensiero il veneziano conte Matteo Tiepolo (Tiepolo!), incontrato per caso un giorno tra calli e campielli brumosi. Tipo strano, Matteo, un hippie nichilista e anarcoide, certo in gran confidenza con sostanze alteranti di ogni genere, che ha la faccia, gli occhi, la bocca, i capelli dell’immenso Pierre Clémenti, uno che basta guardarlo per capire cosa siano stati di bello e interessante gli anni Settanta prima che le Brigate Rosse li sputtanassero per sempre. Clémenti è stato, è, un’icona assoluta, e in questo B-movie è al suo massimo. Perverso, ambiguo, ipnotico, demoniaco. Allora si scrissse di tutto a proposito del suo conte Tiepolo, da lui interpretato con un’impressionante adesione che sembra cancellare ogni diaframma tra il sé e il personaggio. Matteo fa una proposta a Stefano: io ammazzo tua moglie, tu in cambio ammazzerai mio fratello che mi odia e di cui mi voglio liberare. Nessuno sospetterà di me, nessuno di te. Due delitti perfetti che ci cambieranno la vita.
Stefano nicchia. Il diabolico Matteo allora passa alle vie di fatto e lo incastra. Stefano ha un solo modo per uscirne: rispettare il patto, uccidere il fratello di Matteo. Il pedinamento di Clementi al riottoso e fuggiasco Milian è la cosa migliore del film. Gli appare come uno spettro in una villa sul lago, lo segue e insegue in una Milano piena di ombre e di trappole quasi espressionista. È il male teso alla corruzione del bene, che Tiepolo trasforma in seduzione, gioco dandistico e sfida estetica. Il delitto come arte, e il capolavoro è indurre qualcuno a praticarlo. Il finale, a Venezia, è grandioso. Mentre i mori battono il mezzogiorno, Fabiane corre per le calli cercando di raggiungere e fermare Stefano in procinto di uccidere il fratello di Matteo. Il tutto sulle note barocche e il crescendo parossistico del Concerto grosso scritto da Luis Bacalov per i New Trolls, pietra miliare della pop music italiana. C’è un colpaccio di scena che non svelerò, naturalmente. Però, se non avete visto La vitima designata, cercate in ogni modo di recuperarlo. Io intanto rimetto il dvd un’altra volta. (Battuta indimenticabile: “Adoro il melodramma, ma detesto l’opera buffa”, detta da Tiepolo/Clémenti).
http://luigilocatelli.wordpress.com/2010/07/28/film-dvd-thriller-la-vittima-designata-tomas-milian-pierre-clementi/

1 comentario:

  1. Estimado Amarcord, all the links are off, it would be graet if you cold repleca them. Thanks in advance!
    tres

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