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lunes, 2 de abril de 2012

L'isola di Arturo - Damiano Damiani (1962)


TÍTULO ORIGINAL 
L'isola di Arturo
AÑO 
1962
IDIOMA 
Italiano
SUBTITULOS 
Español (Separados)
DURACIÓN 
90 min. 
DIRECTOR 
Damiano Damiani
GUIÓN 
Damiano Damiani, Ugo Liberatore, Enrico Ribulsi, Cesare Zavattini (Novela: Elsa Morante)
MÚSICA 
Nino Rota, Carlo Rustichelli
FOTOGRAFÍA 
Roberto Gerardi (B&W)
REPARTO 
Vanni De Maigret, Key Meersman, Reginald Kernan, Gabriella Giorgelli, Elvira Tonelli, Luigi Zerbinati, Michele Barone, Aldo Vinci, Ireneo Petrucci, Luigi Giuliani
PRODUCTORA 
Compagnia Cinematografica Champion
GÉNERO 
Drama  

Sinópsis
Arturo es un joven que vive completamente solo en una isla. De vez en cuando, su padre viene a verle, siempre de manera breve, pero él lo adora pese a que éste no le muestre ningún cariño. Un día, su padre viene acompañado de su segunda mujer y pronto, el joven comienza a sentirse atraído por ella. Arturo Gerace recupera la memoria de sus primeros dieciséis años transcurridos en una isla del sur de Italia, Prócida; una isla real y a la vez idílica, como idílico es siempre el paraíso perdido de la infancia, antesala del descubrimiento del mundo. (FILMAFFINITY) 
 
Premios 
1962: Festival de San Sebastián: Concha de Oro (mejor película)
 
2 

Trama
Arturo è un ragazzo di quindici anni. Non conosce nulla del mondo all'infuori della sua piccola isola, che è Procida. Dalla nascita vive solo: è orfano di madre e il padre Wilhelm gli fa solo rare visite. Un giorno Wilhelm torna a casa, accompagnato dalla dolce Nunziata, sposata poche ore prima a Napoli. Da queste seconde nozze nasce un bambino. Frattanto Arturo s'innamora di Nunziata. Wilhelm, d'altro canto, si rivela legato da un torbido sentimento ad un certo Tonino Stella, che è detenuto nel locale penitenziario. All'atto della scarcerazione, Tonino Stella è ospite di Wilhelm, che è picchiato e derubato dal suo protetto prima della definitiva separazione. A questo punto Nunziata riprende in pugno la situazione cerca per ricostruire attorno al marito ed al bambino un avvenire sereno. Arturo, fatto uomo da queste esperienze così crude, lascia l'isola per la prima volta.
http://it.wikipedia.org/wiki/L'isola_di_Arturo_(film)
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Un’isola vicino a Napoli, un ragazzetto, un padre, una giovanissima matrigna: questi i personaggi dell’Isola di Arturo, il film che Damiano Damiani ha tratto con una certa libertà (soprattutto psicologica) dal romanzo omonimo di Elsa Morante. Il ragazzetto è cresciuto solo, nel culto di un padre quasi sempre lontano, attendendone con ansia i ritorni a lunghi intervalli e mai a data fissa; la matrigna è arrivata all’isola in occasione di uno di questi ritorni; Arturo, il ragazzetto, sulle prime ne è stato geloso, poi ha imparato a volerle bene, forse persino troppo, richiamato dall’età quasi eguale, dal comune destino di solitudine cui presto si è dovuta abituare anche lei a causa delle lunghe assenze del capo famiglia.
Gian Luigi Rondi, Il Tempo 30 novembre 1962

Che ve ne sembra del freddo che ci ha di colpo aggrediti come un rapinatore sbucato da una siepe? lo, qualora fossi amico,o parente,mio, l'egoista che taluni mi rimproverano di essere, me ne dovrei sfacciatamente rallegrare.
Questo freddo improvviso è, infatti, la vecchiaia di tutto e di tutti. Ci livella dandoci gli stessi brividi e offrendoci gli stessi reumi o bacilli o virus. Non lasciatevi ingannare dai pivelli che balzano sui pullman, con gli sci in spalla: ritorneranno esausti, rauchi, sdruciti o, peggio, virtualmente sposati. [...]
Giuseppe Marotta (1965)

 
Desbordamiento de sentimientos
Conmovedora cinta del director Damiano Damiani basada en el relato homónimo de Elsa Morante. Cuenta la historia de Arturo, un huérfano por parte de madre que idealiza todo el mundo que le rodea. A partir de ahí comenzará la historia. Es una película inquietante en la que se ve como del odio más acérrimo puede salir un amor completamente irracional. En un cotexto idílico la historia se desarrolla sin más, con unos personajes profundos y complejos en el que la línea femenina y masculina corren paralelas en un duelo de rivalidad. Estos personajes son interpretados por Vanni De Maigret y Key Meersman y casualmente estas dos jóvenes promesas del cine italiano tienen dos o tres títulos en su filmografía tan sólo. A ella se la puede ver en "La joven" de Buñuel. La banda sonora es sencilla y típica de la zona. Es una historia para no olvidar yo no leí el relato pero puede que lo haga y que puede llegar a gustar tanto al público amante del cine romántico como al que no lo sea.
barbara12
http://www.filmaffinity.com/es/reviews/1/861291.html
 
 
Arturo ha quindici anni e vive sull’isola di Procida. I suoi giorni che scorrono lenti e che attraversano il passaggio adolescenziale, vivono nell’attesa vibrante del padre (Wilhelm) che ogni tanto arriva da lontano.
Il film di Damiano Damiani è del 1962, è tratto dal  romanzo  di Elsa Morante (1957) ed è sceneggiato anche da Cesare Zavattini.
La storia confonde un’isola reale e una immaginaria. Sì, perché per suo figlio, Wilhelm è un’isola sicura, l’approdo ideale, la certezza di sentirsi felici.
Le scene del film, come le pagine del libro, sono caratterizzate da questo sogno continuo che vive Arturo, che ancora non conosce le insidie del mondo e che a sua insaputa è proprio protetto da un isola lontana da tutto.
La mitizzazione del padre semina la sua giovinezza di racconti avventurosi e le continue partenze dello stesso, seppur tristi e malinconiche, creano da subito l’attesa del prossimo arrivo ed allora tutto diventa accettabile e meraviglioso.
Una delle cose più belle del film, che ha tutti i pregi e difetti delle opere nate da romanzi importanti, sono le musiche di Carlo Rustichelli che ha firmato le colonne sonore di importantissimi film del nostro cinema.
A vedere oggi “L’isola di Arturo”, o se si preferisce, a “leggere” tra le sue scene, si ritrova un mondo di pochi decenni fa, ma che sembra ormai scomparso del tutto.
Una vita semplice e allo stesso tempo intensa, emozioni innocenti e felicità continue.
La contraddittoria figura del padre, allo stesso tempo al centro di losche vicende e più crude verità, vissuta dal figlio come una leggendaria icona cui dedicarsi, imparare, avvicinarsi.
Di storie dove un figlio adora il padre ce ne sono tante. Mi piace qui ricordare quella di “Incompreso” di Comencini e “Ladri di biciclette” di De Sica, quando il piccolo Bruno, nel momento più tragico, stringe la mano al padre per fargli capire… tutto.
Padre e figlio. Isole nelle isole.
Luigi Viggiano
https://www.ponzaracconta.it/2012/05/09/le-isole-del-cinema-6-lisola-di-arturo/
 
...
D’altra parte Elsa non è stata particolarmente fortunata neppure con le riduzioni cinematografiche dei suoi lavori, meno di pochissime. Non so dire che cosa avrebbe potuto pensare della versione di La Storia (1986) di Luigi Comencini, se avesse
avuto il tempo di vederla. In ogni caso, il film di Damiano Damiani L’isola di Arturo (1962), a parte i convenevoli di circostanza, le piacque poco15. Il suo contributo alla pellicola fu pressoché nullo; ella si limitò ad approvare la
sceneggiatura, come da contratto, senza apportarvi modifiche, e a visitare qualche volta il set, «sempre con grandissima discrezione». Di quelle sparute visite restano solo alcune fotografie in b/n in cui la scrittrice posa, seduta, guardando l’obiettivo, e
dando le spalle agli attori che, sullo sfondo, interpretano i suoi personaggi. Ma in seguito, in più di un’occasione, trovò modo di manifestare il suo disaccordo per la scelta degli interpreti e per il taglio imposto ai caratteri. Dirà in un’intervista ad
Andrea Barbato: «Il film che Damiani ha fatto dell’Isola di Arturo è bello, ma i personaggi sono cambiati. Il padre, ad esempio, è visto come un cattivo. Io invece non posso giudicare male i miei personaggi, ho bisogno di perdonarli prima di
descriverli» (Barbato 1962). E lo stesso Damiani testimonierà:

"La Morante non intervenne sulla sceneggiatura, la lesse, l’approvò, ricordo che non era molto d’accordo sulla protagonista perché aveva qualcosa di anglosassone – e difatti era americana – e l’avrebbe voluta più meridionale, anche meno bella. Probabilmente aveva
ragione. Mentre giravamo, venne qualche volta a vedere le riprese, ma sempre con grandissima discrezione" (Faldini / Fofi 1981: 160)

Sino ad arrivare alle dichiarazioni inequivocabili che, un paio d’anni dopo, Elsa Morante rilascerà a Massimo D’Avack:

Nessun scrittore può incolpare il regista di non restituire esattamente il libro nel film. Quello che si deve chiedere al regista è di non falsare volontariamente il significato ideologico e morale del libro […], ma onestamente credo che fra me e lui [Damiani] ci
sia un’enorme differenza nel modo di vedere il mondo e la vita. Sebbene Damiani non abbia assolutamente inteso essere infedele al libro, fatalmente è stato troppo infedele, non nel senso dei fatti o dei rapporti, ma nel senso di vedere il mondo del libro. Mi pare
insomma che fra me e Damiani non ci sia nessuna affinità artistica tale che giustifichi la scelta da parte sua di un libro come L’isola di Arturo. Questo non significa che io non apprezzi il film; ma esso ha un significato che non ha nulla a che vedere con quello del
libro. Il film ha un significato moralistico che era quanto di più opposto al libro. […]
Scrivendo L’isola di Arturo io volevo fare un’opera come il Flauto magico, naturalmente con le dovute proporzioni, cioè la storia di un ragazzo che passa attraverso tutte le prove dell’esistenza umana per acquistare il diritto di essere uomo, e quindi eroe. Questo
invece nel film non risulta, risulta piuttosto un rapporto moralistico fra un padre e un figlio e che suona rimprovero per il padre. Io non intendevo questo (D’Avack 1964: 60-65)

L’isola di Arturo di Damiano Damiani17 esce negli ultimi mesi del 1962; è un film in b/n di 92’; la sceneggiatura, a più mani, è scritta dello stesso regista, con Ugo Liberatore ed Enrico Ribulsi, e la collaborazione di Cesare Zavattini; nei titoli
di testa la si dà come tratta «dal romanzo di Elsa Morante». La fotografia è di Roberto Gerardi; il montaggio di Adriana Novelli; le musiche sono di Carlo Rustichelli, dirette da Bruno Nicolai; le scenografie di Franco Mancini; i costumi di
Vera Marzot e Cesare Rovatti; la produzione e la distribuzione sono della Titanus; tra gli attori, Vanni De Maigret interpreta Arturo, Key Meersman è Nunziata, Reginald Kernan è Wilhelm, Luigi Giuliani è Tonino Stella. In quello stesso anno la
pellicola vince la Concha de Oro per il miglior film, che è il premio principale assegnato nel corso del Festival Internacional del Cinema di San Sebastián, in Spagna. Il regista Damiani, che fornirà le sue prove migliori nel decennio
successivo con alcune pellicole di forte impegno civile, con L’isola di Arturo è al suo terzo lungometraggio, dopo qualche documentario.
Il film è un’opera tutto sommato decorosa, registicamente già matura ed apprezzabile, ma di valore modesto, né del tutto fedele al romanzo né del tutto autonoma né del tutto autosufficiente, il cui merito maggiore risiede nello studiato
didascalismo con cui (a beneficio dello spettatore che ha letto il libro) sono messe in scena alcune delle sequenze più memorabili della storia: la guapperia inutile per l’orologio perduto e ritrovato, l’arrivo di Nunziata sull’isola (ambientato però
d’estate e non d’inverno), l’avvicinamento alla Terra Murata. Girato a Procida, gli esterni sono senza dubbio assai suggestivi (d’altra parte, per chi ha amato il libro, il solo fatto di vedere apparire su quel mare la Torpediniera delle Antille è già motivo
di emozione), ma appaiono relativamente apprezzabili le scenografie: ancorché in sceneggiatura non venga mai detto che la Casa dei guaglioni era stata, prima di Romeo, una caserma, e molto tempo più addietro un convento18, nelle camere, nei
corridoi e soprattutto nello “stanzone”, sono disseminati troppi arredi ecclesiastici e, in qualche caso, troppo nuovi.
...
Marco Bardini, "Elsa Morante e il cinema: L’Isola di Arturo di Damiano Damiani"
 

 

 

3 comentarios:

  1. por favor, te pido si podes subir los links de esta pelicula a zippyshare. lei la novela de elsa morante y la disfrute mucho. gracias. mario

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    Respuestas
    1. Mario
      Cambiados los enlaces. (Paciencia con las que faltan)

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  2. Es realmente una película especial. Ojalá rodasen más así, no solo series llenas de tetas de plástico y de superpoderes.
    Ya no hay producciones tan especiales....para que digan del blanco y negro...mejor que el color de hoy.

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