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viernes, 30 de septiembre de 2011

Puccini - Carmine Gallone (1952)


TITULO Puccini
AÑO 1952
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 119 min.
DIRECCION Carmine Gallone
ARGUMENTO Carmine Gallone, Glauco Pellegrini, Leo Benvenuti, Aldo Bizzarri
GUION Carmine Gallone, Glauco Pellegrini, Leo Benvenuti, Aldo Bizzarri
FOTOGRAFIA Claude Renoir
MONTAJE Rolando Benedetti
MUSICA Fernando Previtali, Giacomo Puccini
ESCENOGRAFIA Gastone Medin
VESTUARIO Georges Annenkov
REPARTO Paolo Stoppa, Gabriele Ferzetti, Marta Toren, Nadia Gray, Carlo Duse, Renato Chiantoni, Franco Pesce, Attilio Dottesio, Silvio Bagolini, Amalia Pellegrini, Sergio Tofano, Nelly Corradi, Piero Palermini, Alessandro Fersen, Mario Feliciani, Gino Sinimberghi, Gianni Rizzo, Oscar Andriani, Mimo Billi

SINOPSIS Travagliata vita erotico-sentimentale di Giacomo Puccini (1858-1924): abbandona Cristina per sposare Elvira, la tradisce spesso e volentieri. Nonostante il taglio melodrammatico, questa biografia del compositore lucchese, interpretata da un corretto Ferzetti, non manca di decoro. Buona ambientazione. Alberto Lionello fu protagonista di Puccini (1973), sceneggiato della RAI in 5 puntate, scritto da Dante Guardamagna e diretto da Sandro Bolchi. (http://cinema-tv.corriere.it/)



Cercando notizie sui rapporti fra la musica di Puccini e il cinema, è impossibile non imbattersi in Carmine Gallone, prolifico regista che ha avuto il torto di essere stato il cantore dei fasti "imperiali" del fascismo. Nel dopoguerra però ha saputo abilmente riciclarsi continuando a confezionare (come già negli anni '30 e '40) numerosi film-opera che solleticavano il gusto per il melodramma del pubblico popolare. Suo il classico Puccini, infedele e colorata biografia del compositore lucchese, del quale si sta per celebrare il 150° "compleanno".



Carmine Gallone (1886-1973), vanta una carriera lunghissima, iniziata negli anni Dieci, in piena era del muto, e protrattasi fino agli anni Sessanta. Grande frequentatore della musica lirica sul grande schermo, per i suoi trascorsi di propagandista dell’Impero fascista (vedi il discusso, ma per certi versi notevole Scipione l’Africano del 1937) è stato vittima di una damnatio memoriae, specialmente da parte della critica. In realtà è stato un abile metteur en scene, con il gusto del racconto spettacolare, un professionista del cinema in grado di comprendere i gusti del pubblico e di narrare per immagini con mano ferma. Ha lasciato oltre cento film, molti dei quali dedicati alla musica lirica. Oltre a Bellini, Bizet e Verdi, ha frequentato molto Puccini. Nel 1934 dirige in Germania Mein Herz ruft nach Dir, un film musicale di ambiente operistico con Jan Kiepura e Martha Eggerth, poi distribuito in Italia col titolo E lucevan le stelle. Gallone utilizza brani di Tosca: una compagnia di cantanti lirici non ancora affermati si vedono scavalcati da interpreti di fama e restano senza lavoro: allestiranno uno spettacolo in piazza incontrando il successo. Il sogno di Butterfly (1939) mette in scena una vicenda che ha qualche affinità con la storia di Cio-Cio-San: una cantante lirica si innamora di un musicista e quando viene abbandonata si accorge di aspettare un figlio da lui. Si ritrovano mentre sta per andare in scena l’opera pucciniana, ma l’epilogo è meno drammatico. Gli interpreti sono la soprano Maria Cebotari e Fosco Giachetti. Le romanze liriche sono eseguite anche dai cantanti Tito Gobbi, Palmina Vidali Marini e Alfredo De Lidda. Nel 1940 Gallone firma l’adattamento cinematografico di Manon Lescaut, interpretato da Alida Valli e Vittorio De Sica. La storia inserisce qualche variante, le romanze dell’opera pucciniana sono cantate da Maria Caniglia. Una curiosa attualizzazione della Tosca è Avanti a lui tremava tutta Roma, del 1946. Nella Roma occupata dai tedeschi il tenore Tito Gobbi, impegnato nella rappresentazione dell’opera pucciniana, viene arrestato dai nazisti per aver aiutato un militare inglese. Dovrebbe essere fucilato, ma la sua fidanzata (Anna Magnani) e i macchinisti dell’Opera di Roma riescono a trarlo in salvo. Per le parti cantate la Magnani è doppiata da Elisabetta Barbato. L’anno seguente è la volta di Addio Mimì! (distributo solo nel 1951) con la collaudata coppia formata da Martha Eggerth e Jan Kiepura: stavolta il plot cinematografico si svolge in parallelo con la Bohème e la Eggerth – nella finzione veramente ammalata di tisi come Mimì – muore tra le braccia di Kiepura nel finale della rappresentazione. La struttura del film era molto simile a Il fascino di Bohème di Geza von Bolvàry (Zauber der Bohème, Germania 1937); anche il regista ungherese, dieci anni prima, aveva affidato alla coppia Kiepura-Eggerth i ruoli principali. Del 1953 è Puccini, biografia romanzata del compositore, con esterni a Torre del Lago. Gabriele Ferzetti è il maestro lucchese, le parti cantate sono eseguite da Beniamino Gigli, Antonietta Stella, Rossana Carteri, Giulio Neri e Gino Penno. Vi fu all’epoca chi si scandalizzò per le avventure galanti attribuite a Puccini. Nel complesso un titolo fondamentale della filmografia pucciniana. Ferzetti fu aderente al personaggio, anche nell’aspetto, e Gallone ripropose l’attore nel successivo Casa Ricordi (1954), che ricostruiva la storia della dinastia di editori musicali. Il film è stato rifatto in tv nel 1995 col titolo La famiglia Ricordi per la regia di Mauro Bolognini; stavolta Puccini è interpretato da Massimo Ghini. La lista dei film pucciniani licenziati da Gallone si conclude con una Madama Butterfly del 1954 (una sfarzosa coproduzione col Giappone) e la Tosca del 1956, con Franco Corelli e Franca Duval, quest’ultima doppiata dalla cantante Maria Caniglia.
http://abicinema-versilia.splinder.com/tag/puccini

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