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jueves, 14 de julio de 2011

Respiro - Emanuele Crialese (2002)


TÍTULO Respiro
AÑO 2003 
SUBTITULOS Si (Separados)
DURACIÓN 90 min.
DIRECTOR Emanuele Crialese
GUIÓN Emanuele Crialese
MÚSICA John Surman
FOTOGRAFÍA Fabio Zamarion
REPARTO Valeria Golino, Vincenzo Amato, Francesco Casisa, Veronica D'Agostino, Filippo Pucillo, Emma Loffredo, Avy Marciano, Elio Germano
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia
WEB OFICIAL http://www.respiro-lefilm.com/
PREMIOS 2002: Cannes: Gran Premio de la Semana de la Crítica
GÉNERO Drama

SINOPSIS Lampedusa, una isla perdida al sur de Sicilia, bella y arida, con un mar de un azul perfecto. Poblada por una comunidad de esforzados pescadores, solo los gritos de los niños despiertan al pueblo de su letargo. La vida es inmutable: a veces rutinaria y a veces imprevisible, tan encantadora como cruel. En Lampedusa vive Grazia, la desequilibrada y bella esposa de un pescador, que altera la tranquila vida de su familia y del pequeño pueblo de pescadores donde viven. Grazia sufre continuos cambios de personalidad, y su marido no sabe qué hacer con ella. Es madre de dos adolescentes y un niño. Soñadora, afectuosa y ansiosa de libertad, su personalidad se acomoda mal a las convenciones del resto de los vecinos. (FILMAFFINITY)



Post Scriptum: Lampedusa ed il film Respiro
Il film Respiro di Emanuele Crialese, ambientato a Lampedusa, è stato la sorpresa del 2002: è piaciuto ancor più all'estero che in Italia, ed i siti di cinema della rete sono pieni di recensioni laudative. Una sorpresa paragonabile a quella offerta da Mediterraneo di Salvatores, che è del 1991, e che era ambientato in una isola greca assai vicina alla Turchia.
Ma le analogie finiscono qui, si tratta di film assai diversi. Semmai, Respiro ha delle analogie con Stromboli di Rossellini: in entrambi i film gli attori - tranne la protagonista - sono non professionisti, e la storia è quella del disagio di una giovane donna e delle sue difficoltà nei rapporti con gli abitanti dell'isola.
Il titolo del film, all'estero è stato modificato: Grazia's Island, La Isla de Grazia, Lampedusa. Non si può parlare di Respiro senza parlare di Lampedusa - del mare, della natura e degli abitanti - perché il legame è inscindibile, come appare in tutti i brani che ho scelto fra i tanti disponibili in rete.
(p.c.)

Central do Cinema
Recensione di Roberto Donati
Isola di Lampedusa: nella comunità locale, le innocue stranezze di Grazia (una Golino magnetica e intensissima), donna innamoratissima del marito Pietro (un Amato altrettanto passionale) e dei suoi tre figli e forse epilettica, vengono viste come una sorta di pazzia/maledizione/iattura, tanto che verrà spinta ad andare a Milano per curarsi. Il figlio Pasquale, però, le trova un rifugio in una grotta e la ricerca di lei sarà tanto tenace quanto disperata. Ispirato a una favola siciliana e vagamente sospeso in un Meridione anni '60 che potrebbe essere benissimo quello di oggi, Respiro è una folgorante storia d'amore e, soprattutto, un grandissimo poema sul mare e sul suo influsso sulle persone che da sempre ci hanno coabitato. Il trentaseienne Crialese, laureato in cinema a New York, trasfigura personaggi di stampo quasi verghiano in una tragedia che non si compie mai veramente e che ha qualcosa di profondamente omerico per dimensione mitologica, statura allegorica e semplici caratteristiche fisiche e fisiologiche.
...
Il mare è Grazia (ovviamente, un nomen omen), un minerale dalla febbrile fisicità e dalla pulsante vividezza che trabocca, oltrepassa i confini umani e, quindi, non può essere contenuto nella limitata morsa della ragione. E, come nell'anima di Grazia, Crialese ci si immerge in questo mare, senza comprenderlo accecato dalla sua bellezza ma per questo non senza amarlo: profondità abissali o distesa di cobalto in cui è possibile risalire al cuore di tenebra di sé stessi, in cui l'uomo sa di profanare, con rispetto e devozione, un tempio di culto e in cui sa di potersi ritrovare o perdere definitivamente.

Altro Cinema
Intervista ad Emanuele Crialese di Barbara Sorrentini
Scogli bianchi e grandi, piatti, aguzzi e a precipizio. Acqua celeste, a volte verde, oppure blu. Cielo: azzurro, terso e luminoso. Case: bianche anche quelle; e le finestre? Turchesi. Viottoli di paese e strade sterrate. Al porto stanno i pescatori, sugli scogli si inseguono le bande di ragazzini. Le donne in casa, nel cortile o alla fabbrica del pesce. Questa è l'isola di Lampedusa che fa da sfondo al film di Emanuele Crialese.
La storia di Respiro gira intorno ad una donna, moglie e madre di tre figli, due di questi sono i ragazzini delle bande mentre la più grande è un'adolescente. Grazia, la madre interpretata da Valeria Golino è considerata pazza dagli abitanti dell'isola, ma è adorata dai figli e dal marito che giustificano i suoi comportamenti bizzarri.
Emanuele Crialese per questo film ti sei ispirato ad una storia vera, puoi raccontarla?
La storia nasce da una leggenda, che io ho ascoltato a Lampedusa, che parlava di questa donna madre di famiglia che ad un certo punto, secondo la comunità, ha dato fuori di testa. Però nessuno sull'isola mi sapeva spiegare che cosa volesse dire “andare fuori di testa”, anche perché non sembrava che la donna facesse delle cose particolari, ma la gente premeva per farla mandare a Milano a curarsi. Un giorno la donna è sparita dall'isola e non se ne è più avuto notizia. La comunità si è sentita in colpa e ha pregato così tanto che un bel giorno questa donna è ricomparsa.
Questo è lo spunto iniziale di “Respiro”, io poi gli ho dato una visione più laica, cercando di dare un luogo e una spiegazione alla sua scomparsa. Ho voluto dare una visione molto personale di quello che secondo me poteva essere successo a questa donna tra la sua sparizione e la sua ricomparsa.
...
Torniamo ancora a “Respiro” perché volevo sapere da dove viene la suggestione del titolo.
Originariamente il titolo doveva essere “oscià”, che è un modo di dire dei lampedusani, soprattutto tra gli uomini. Quando ci si incontra si dice “oscià”, che significa “respiro mio”, “gioia mia”; è un modo molto tenero di salutarsi. Io volevo intitolarlo così, poi il produttore Domenico Procacci mi ha consigliato di trovare un titolo un po' più comprensibile per tutti e così lo abbiamo tradotto con “Respiro”.
Peccato era bello oscià
Eh lo so, lo so…


Lampedusa è un’isola di pescatori al largo della Sicilia. Grazia, giovane madre, è una donna libera e solare che cerca di rendere felici tutti, a partire dalla sua famiglia. Eppure al villaggio c’è qualcuno a cui non piace il suo modo di comportarsi: i suoi familiari, che  cercheranno di farla internare in manicomio…

Sull’isola di Lampedusa due bande di ragazzini si affrontano in una lotta che assomiglia molto a quella degli animali selvatici. Pasquale, capo di una di queste bande, è figlio di Pietro, un pescatore del luogo, e di Grazia, una giovane donna la cui mente ha momenti di infantilismo e perdita del senso della realtà. Pasquale, sua sorella Marinella ed anche il piccolo Filippo proteggono la madre dal biasimo e dalla condanna della gente del luogo, legata a doppio filo a moralismi e tradizioni all’interno delle quali la figura di Grazia difficilmente potrebbe trovare un posto, spontanea, incurante delle regole, dolce e selvaggia come gli animali di cui è innamorata. Quando, dopo numerosi avvenimenti che turbano la quiete della famiglia, Pietro decide di portare la moglie a Milano, da uno specialista, Grazia fugge, e solo suo figlio Pasquale l’aiuterà a nascondersi…
Emanuele Crialese ha realizzato, con Respiro, uno dei più bei film italiani che mi sia capitato di vedere da un bel po’ di tempo a questa parte: il suo ritratto della Sicilia dei piccoli paesi è allo stesso tempo affascinante e terribile come solo la Natura sa esserlo. Le lotte tra ragazzi per il possesso di un arido territorio coperto di case abusive sequestrate, la vita durissima dei pescatori e delle loro famiglie, lo sterminio dei cani randagi, la terra arida e pietrosa. Ma anche l’amore totale di una madre e dei suoi figli, la stupefacente bellezza del mare, l’improbabile intesa tra un Carabiniere veneto ed una giovane siciliana, la gioia semplice e totale di grandi e piccoli per un trenino elettrico vinto dopo mesi di lotterie.
Ottimo tutto il cast, perlopiù costituito da attori non professionisti, la cui spontaneità aggiunge un tocco di insostituibile realismo al film. Buono l’aspetto tecnico del film, dalla fotografia alle musiche (poco frequenti e spesso sostituite dai rumori della natura stessa), alle riprese, nelle quali si coglie a volte un punto di originalità.
Non è difficile capire che il vero protagonista di questo film non è Grazia, e nemmeno la sua famiglia: è un mondo intero di terra, acqua, fuoco, animali, donne, uomini e bambini che vivono in un luogo dimenticato dal tempo e dalla civiltà di oggi, nel quale la vita e la morte sono ancora eventi naturali, sia nei loro aspetti positivi che negativi. Non siate superficiali nell’affrontare questo film, guardate oltre le differenze che ci allontanerebbero dal mondo che rappresenta, lasciatevi stregare dall’uso del dialetto a volte davvero incomprensibile, fatevi trasportare ed allo stesso tempo spaventare dalla vita in una delle sue forme più pure e primordiali, e raccogliete il messaggio che “Respiro” ci lascia: alla fine anche chi è diverso da noi merita amore, rispetto e considerazione.
Paola Cavallini
http://www.cinefile.biz/?p=3110

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