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lunes, 13 de junio de 2011

Basilicata Coast To Coast - Rocco Papaleo (2010)

(A mi querido amigo "Tattico" Eduardo C.)

TÍTULO Basilicata Coast to Coast
AÑO 2010 
SUBTITULOS No
DURACIÓN 105 min.
DIRECTOR Rocco Papaleo
GUIÓN Rocco Papaleo, Walter Lupo
MÚSICA Francesco Liotard
FOTOGRAFÍA Fabio Olmi
REPARTO Rocco Papaleo, Alessandro Gassman, Paolo Briguglia, Max Gazzé, Giovanna Mezzogiorno, Michela Andreozzi, Claudia Potenza, Gaetano Amato, Antonio Gerardi, Augusto Fornari, Antonio Andrisani PRODUCTORA Paco Cinematografica / Eagle Pictures / Ministero per i Beni e le Attività Culturali
WEB OFICIAL http://www.basilicatacoasttocoast.it/
GÉNERO Comedia. Musical | Road Movie

SINOPSIS En su juventud fueron una banda de provincia, ahora son un profesor de matemáticas, un propietario de estanco, un carpintero y un actor. No tocan juntos desde hace más de diez años, pero la pasión por la música nunca murió, y reaparece en un cálido verano en Basilicata junto con una idea absurda: atravesar a pie esta región desde la costa del Tirreno hasta la del Jónico llevando lo indispensable (dos tiendas, algo de comida y sus instrumentos). (FILMAFFINITY)



 Hay un pueblo en Basilicata donde se baila de tres en tres, en grupos de dos chicos y una chica, ya que la presencia femenina escasea. “Un homenaje a Jules & Jim de François Truffaut", explica Rocco Papaleo, un actor que, tras una carrera de 50 años en la que ha trabajado en unas treinta películas, ha conseguido hacer realidad su sueño de convertirse en director con una película sobre su tierra, Basilicata, una región casi escondida entre Campania, Apulia y Calabria. “Basilicata es el no-lugar por excelencia”, subraya Papaleo, siguiendo la definición del antropólogo Marc Augé. Un no-lugar que atravesar a pie, como los protagonistas de Basilicata Coast to Coast, una comedia musical on the road.
“La cuestión de la Italia meridional es importante para mí. Tengo este peso encima, algo que me apasiona. La Basilicata de mi película no es de documental, sino que refleja la idea que uno de los personajes tiene de su tierra. Es lo que estaba en mi cabeza cuando joven, un recuerdo que he conservado en una botella, una región capaz de sueños poco realistas y aventureros”, ha agregado el realizador.
Esta primera incursión en la producción de la distribuidora Eagle Pictures Italia, tiene como punto de partida el llamado “teatro-canción” creado por Giorgio Gaber en los años 70, un arte que Papaleo ha trabajado intensamente con el guionista Valter Lupo. "Hago este tipo de teatro con Valter desde hace treinta años y queríamos hacer un guión cinematográfico a partir de él, aunque sean cosas muy distintas. El teatro se hace con un par de amigos músicos y poco dinero”.
Así, la película gira en torno a las composiciones musicales de Rocco. “Existía un problema técnico para las actuaciones en vivo, así que nos hemos confiado a nuestra capacidad para hacer las cosas rápido y bien. Hemos rodado mucho, también cosas sin sentido, pero al final el montaje de Christian Lombardi, que también trabajaba por primera vez en el cine, ha conseguido recrear el lenguaje musical del teatro-canción. Y para mi esta película es exactamente igual que una canción. En la mejor de las hipótesis, una poesía. Se crean versos, se colocan en el pentagrama y se llama a unos cuantos amigos para que los acompañen con música”.
Amigos excepcionales, ya que los arreglos, de influencia jazz, son obra de Rita Marcotulli, una de las más importantes pianistas italianas. “Ha sido un encuentro fantástico. Estaba enamorado de ella, conocía su música y sus discos. Rita tiene la capacidad de la síntesis. Es mucho más que una pianista jazz. Ha aceptado trabajar y yo aún no salgo de mi asombro por lo que ha hecho por la película”.
El reparto de la cinta, además de Alessandro Gassman, Paolo Briguglia y Giovanna Mezzogiorno, incluye al cantautor Max Gazzè, mudo y excéntrico. “Max se callaba sólo mientras se rodaban las escenas. En realidad, es una fuente continua de sabiduría. Le digo por ejemplo la palabra swing y él empieza a decir cosas maravillosas, con citas zen, y al cabo de pocos minutos me pierdo”.
http://www.fotolog.com/nextpelis/52282676



Nicola, insegnante di matematica, assieme alla sua improvvisata band viene selezionato per un festival di teatro-canzone a Scanzano Jonico. Ma, in seguito a un’illuminazione, decide che faranno tutta la strada a piedi, da una costa all’altra, attraversando i paesini dell’entroterra lucano: un viaggio di dieci giorni tra musica, incontri surreali e paesaggi da cartolina alla scoperta di “chi non siamo”.

“La vita è un viaggio troppo breve per non allungarlo”. E allora, sulle orme di illustri antecedenti e di una copiosa letteratura di genere, perché non rivivere il sogno americano in salsa – pardon – sugo lucano, portando in scena paesaggi e itinerari spesso snobbati dal cinema mainstream (Pasolini, Volontè e pochi altri le eccezioni) contaminandoli con la tradizione del teatro-canzone, retroterra ben noto al buon Papaleo? Basilicata Coast To Coast segna l’esordio alla regia dell’attore originario di Lauria con una commedia musicale on dè ròd, o meglio lungo sterrate stradine che, da un paesino all’altro, tra un bivacco improvvisato e una sagra di paese, condurranno il complessino dalla costa tirrenica a quella jonica, a Scanzano (sede del concorso, nonché meta spirituale di questo pellegrinaggio laico sulle tracce di Carlo Levi).
   
La combriccola di musicanti, a cui si unisce una giornalista di un piccolo foglio parrocchiale (Giovanna Mezzogiorno, qui in versione bisbetica che verrà domata), come prevedibile incontrerà nel suo percorso un imprevisto dopo l’altro, verrà coinvolta in gag surreali e storie d’amore, tutte necessarie alla catarsi finale in cui l’inaspettato epilogo ha quantomeno il merito di restare in linea con lo spirito della pellicola: a far da collante le musiche originali che a volte il quartetto improvvisa, assieme al contrabbasso di Max Gazzè – per la prima volta sul grande schermo e nei panni di un musicista muto per scelta – piacevole leitmotiv tra le varie scene. Il canovaccio scritto da Papaleo alla fine regge alla prova d’esordio ma mostra un po’ la corda nella seconda parte, quando il ritmo vivace e promettente avventure a go go della prima ora lascia il posto a momenti più riflessivi, in cui il ‘tema’ del viaggio viene un po’ accantonato per lasciar spazio alle reminiscenze dei protagonisti e alle loro implicazioni sentimentali, che condurranno stancamente il quartetto a ricomporsi in prossimità della meta. BCTC vive di alcuni momenti di impareggiabile leggerezza, se non addirittura di ‘eversione’ (basti pensare alla scena in cui la promessa sposa si concede, a mo‘ di addio al nubilato, ai due musicisti contemporaneamente), che fanno sperare che tutti gli esordi cinematografici siano così. Non disprezzabile poi la vena surreale data all’umanità che i nostri incontrano mentre bivaccano fra una tappa e l’altra: l’assalto subito dagli assurdi Briganti, eredi del noto – da quelle parti – Carmine Crocco, ma anche di tanta cinematografia pulp e western, ne è un esempio lampante. Peccato solo per la recitazione di alcuni protagonisti, volutamente ma un po’ troppo sopra le righe e che alla fine rivaluta quella dello stesso Papaleo: pur ispiratore dell’impresa, per il personaggio di Nicola sceglie un profilo più basso, quasi defilato rispetto ai sodali, ritornando solo nei momenti salienti a dispensare le sue perle di saggezza o le fulminanti battute in un dialetto inusuale per il grande schermo.
   
Il vero merito del film, che parte certo da uno spunto non originalissimo, è quello di non pretendere di insegnarci nulla ma di ‘approfittare’ del tema del viaggio per mostrarci splendidi scorci di panorama, riflettere sull’arte e sulla vita (la musiche da questo punto di vista riempiono i vuoti di dialogo, oltre che le ampie distese che questa regione riserva), su come quattro potenziali falliti si rapportino ad essa senza però mai consegnare una morale già pronta a uso dello spettatore. Il finale anti-consolatorio, che anzi lascia aperte le varie trame, è un punto a favore di questa scampagnata senza tempo, dove l’anacronismo e l’assoluta indifferenza allo scorrere del tempo sono il segreto per godersi la vita, oltre che questo BCTC. 
Piccolo, onesto, sognante (ma al punto gusto senza risultare melenso) e allo stesso tempo bello ruspante: il primo approccio del prof. Nicola / Rocco Papaleo dietro la macchina da presa va ben oltre la sufficienza e merita attenzione per un’eventuale seconda prova. O anche devozione, come quella richiesta nei titoli di testa: “La Basilicata è come Dio: ci credi o non ci credi”. Lucania, Texas: o da quelle parti là.
   
   Curiosità
Il co-sceneggiatore Valter Lupo ha collaborato già in passato con Rocco Papaleo alla realizzazione e messa in scena di alcuni spettacoli teatrali dell’attore lucano.
http://www.hideout.it/index.php3?page=notizia&id=487

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