ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




martes, 24 de mayo de 2011

La lunga notte del '43 - Florestano Vancini (1960)


TÍTULO La lunga notte del 43
AÑO 1960 
SUBTITULOS No
DURACIÓN 110 min.
DIRECTOR Florestano Vancini
GUIÓN Ennio de Concini, Pier Paolo Pasolini. Novela: Giorgio Bassani
MÚSICA Carlo Rustichelli
FOTOGRAFÍA Carlo di Palma
REPARTO Belinda Lee, Enrico Maria Salerno, Gabriele Ferzetti, Nerio Bernardi, Raffaella Pelloni, Andrea Checchi
PRODUCTORA Ajace PC / EIA / Films Metzger et Woog
GÉNERO Drama | II Guerra Mundial

SINOPSIS Mientras Anna mantiene una relación al margen de su marido, enfermo de sífilis y postrado en una silla de ruedas, los líderes fascistas de Ferrara planean una violenta represalia por el asesinato de un dirigente local. (FILMAFFINITY)


Della guerra appresi fin da bambina dai racconti di mia nonna prima ancora di approfondire l’argomento a scuola e  attraverso le letture a me particolarmente care di Bassani.
Mia nonna apparteneva alla classe 1918 quindi di due anni più giovane del grande scrittore ferrarese.
Le “VRITA’” in vernacolo ferrarese come le definiva lei. Mia nonna non mentiva mai, sapevo che erano “VRITA’” perché appartenevano al suo vissuto. Un episodio vorrei ricordare: proprio nel ‘43 teneva tra le braccia la mia mamma nata da pochi mesi ed il racconto ha luogo nella loro casa di Sabbioni di Pescara - un paesino alle porte della città di Ferrara - dove i soldati tedeschi si erano fermati a dormire nei locali della casa. Si stabilivano allora dentro le case, occupando anche quella intimità del focolare domestico. L’immagine dei soldati che coccolavano la bambina e domandavano alla mia nonna  “ Wo ist dein Mann?”, “Dov’è tuo marito?” e  lei con sguardo impaurito “Lontano, in guerra!” e seguiva la risposta “Nein, tuo marito, Kaputt!!!!”  e con un gesto della mano di rifiuto mia nonna “Ma va là , va là!!!!” Il nonno tornò dopo sette lunghi anni trascorsi lontano dalla famiglia. Spesso però era la dura verità del tedesco a prevalere. “Kaputt!”
Quando circa due anni fa travolta dall’euforia emotiva della mia seconda gravidanza, rilessi quasi febbrilmente tutti i romanzi di Bassani, dalla mia memoria emersero tutte le emozioni di quei racconti dell’infanzia. Ritrovare i cari luoghi della mia città, con le sue vie più antiche e meno antiche, i palazzi, le nebbie e le antiche mura. Per non perdere, testimoniare, tramandare alle generazioni e fare Memoria!
Bassani oltre l’ammirazione riesce a suscitarmi tutta la tenerezza della relazione nipote-nonno. Nonno testimonianza, testimone e memoria delle verità drammatiche accadute durante gli anni della guerra.
Nel 1960 il racconto Una notte del '43 della raccolta Cinque storie ferraresi, libro con il quale Giorgio Bassani vinse il Premio Strega nel 1956, diventò grazie a Florestano Vancini il film La lunga notte del '43.Vancini, vista la delicatezza della vicenda narrata e tratta da un fatto realmente accaduto (l'eccidio del novembre del 1943- trasposta nel racconto di Bassani al 15 dicembre del 43- di una decina di antifascisti ferraresi davanti al muretto del castello) trovò molte difficoltà per far produrre il film visto che i produttori avrebbero preferito che la rappresaglia fosse attribuita ai nazisti anziché ai fascisti ma Vancini proseguì nel suo intento ed il film fu un grande successo.
Il film uno dei capolavori del cinema italiano, premio opera prima al XXI Festival di Venezia si svolge in una Ferrara dall’opprimente atmosfera autunnale e nebbiosa del 1943 dove ha luogo la tragedia della Storia: indifferenza, risveglio della coscienza civile, paura, cinismo.  La farmacia Barilari gestita da Anna la moglie di Pino (celebre l’ottima interpretazione di Enrico Maria Salerno) il quale reso invalido da una malattia venerea, consuma la sua vita di “assistito” al piano di sopra dell’esercizio isolato dal mondo. Ed è proprio da quella finestra che passa la maggior parte del tempo ad osservare Ferrara e ciò che avviene fuori ma che al momento della testimonianza preferirà il silenzio e l’ipocrisia. Per viltà, per orrore, per disperazione? Cito dal racconto di Bassani:“Pensava che tra poche ore, se non dalle labbra di Pino, dalla sua faccia, almeno, la verità l’avrebbe saputa. E invece niente. Non una parola, da parte sua, non uno sguardo che le permettessero di capire. Né quella mattina, né mai più. E perché, tutto questo perché? Se era sveglio, quella notte, perché non aveva mai voluto ammetterlo? Aveva paura?Ma di chi o di che con precisione”?
Il dipanarsi poi della clandestina storia d’amore tra Anna e Franco Villani inserita nel quadro di uno degli episodi più tragici non solo della città di Ferrara ma di un popolo intero.
Sul corso principale di Ferrara, sotto gli occhi vigili di Barilari, si consuma una triste tragedia: l'inquietante e diabolico Carlo Aretusi, detto Sciagura, ambisce a sostituire il federale fascista di Ferrara, Console Bolognesi, da lui ritenuto un mite burocrate. Attraverso un'imboscata ordita da Aretusi Bolognesi viene eliminato. Subito a Ferrara accorrono le squadre fasciste da altre città, inviate direttamente da Verona. Su indicazione di Aretusi vengono arrestati, come capri espiatori, alcuni antifascisti ferraresi e tra questi l'avvocato Villani, padre di Franco.
Gli antifascisti vengono fucilati nella notte proprio davanti al muretto del Castello Estense e sotto gli occhi di Barilari, sveglio e davanti alla sua finestra, che assiste impotente prima al massacro e poi al ritorno di Anna, reduce da una notte passata da Franco.



Dal racconto: “ Ricordava molto bene ogni particolare della scena: come se l’avesse, anche adesso, dinanzi agli occhi. Rivedeva corso Roma tutto vuoto, sotto la luna piena; la neve, indurita dal freddo, sparsa come una specie di polvere brillante su ogni cosa; così chiara e trasparente l’atmosfera da poter leggere le ore all’orologio del Castello, lì sopra – le quattro e ventuno, esatte-; e i cadaveri, infine, che, dal punto di dove lei li guardava, assomigliavano a tanti fagotti di stracci, e invece erano corpi umani, l’aveva capito subito”.
Oggi sul luogo dell'eccidio in Corso Martiri della Libertà rimane una lapide a ricordare i nomi dei trucidati. Film da vedere per non dimenticare.
http://www.spigolature.net/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1122&Itemid=295

3 comentarios:

  1. Mil gracias!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    saludos

    ResponderEliminar
  2. part 5 seems to have trouble. would you please renew the link? many thanks before.

    ResponderEliminar
  3. Yo la he bajado perfectamente. Gracias

    ResponderEliminar