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domingo, 10 de abril de 2011

La più bella serata della mia vita - Ettore Scola (1972)


TÍTULO La più bella serata della mia vita
AÑO 1972
IDIOMA Italiano 
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 106 min.
DIRECTOR Ettore Scola
GUIÓN Ettore Scola, Sergio Amidei (Obra teatral: Friedrich Dürrenmatt)
MÚSICA Armando Trovajoli
FOTOGRAFÍA Claudio Cirillo
REPARTO Alberto Sordi, Michel Simon, Charles Vanel, Claude Dauphin, Janet Agren, Giuseppe Maffioli, Pierre Brasseur
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia; Produzioni De Laurentiis International Manufacturing Company / Columbia Films
GÉNERO Comedia. Drama. Intriga

SINOPSIS Un italiano que se dirige a Suiza se ve obligado a pedir asilo durante una noche en un castillo. Durante la cena, el anfitrión y tres de sus amigos, todos ellos ex-funcionarios de justicia, invitan al huésped a participar en un peculiar juego y le ofrecen el único puesto vacante, el de acusado. Mentira y verdad se confabulan en una oscura farsa, que lleva a reflexionar profundamente acerca del imperfecto intento del hombre de ser justo. (FILMAFFINITY)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
 
 
In questo interessante film italo-francese di Ettore Scola [i], che vede protagonista Alberto Sordi e che non ebbe un grande successo né di pubblico né di critica, viene sollevata una questione molto spinosa. Alfredo Rossi (Sordi), commesso viaggiatore giunto in Svizzera con la sua Maserati Indy color aragosta al fine di depositare una grossa somma di denaro, si ferma, a causa di un guasto alla macchina, in un castello dove è sottoposto a un vero e proprio processo sommario da parte di quattro anziani ex funzionari di giustizia che, al termine dell’istruttoria, lo condannano a morte.
L’idea venne a Scola leggendo un romanzo breve del 1956, La panne – Una storia ancora possibile, di Friedrich Dürrenmatt, scrittore, pittore e drammaturgo svizzero, la cui trama è stata modificata sensibilmente per il grande schermo, soprattutto nel finale; Sordi è «ingombrante» e il doppiaggio dei francesi, pur bravi attori, è in alcuni momenti  inaccurato, ma il film risulta, nel suo complesso, piacevole da vedere, almeno una volta.
Il senso del romanzo breve alla base dell’opera è importante, ed è bene rappresentato sul grande schermo: la vicenda che occorre a Sordi vuole essere la dimostrazione della difficoltà di giungere alla verità attraverso i meccanismi investigativi e giudiziari dell’apparato burocratico (indagini e processo) soprattutto nel caso di un delitto perpetrato quasi come perfetto.
I quattro vecchietti del film giudicano il colpevole non in base alle leggi, alle regole (sono già in pensione), ma in base a ciò che sentono, che comprendono, che apprendono e alle loro considerazioni etiche, svincolati dalle «cartacce», dalla burocrazia e dagli ingranaggi del sistema giustizia. Ecco allora la predilezione per la ricerca della giustizia autentica, non codificata, non formale, addirittura arrivandoci in allegria, scherzando, con un processo burla e in un ambiente amicale.


Il titolo del romanzo si riferisce all’incidente in automobile che può cambiare la vita di una persona generando reazioni a catena coadiuvate dalla casualità, tipica delle opere di Dürrenmatt, che manda all’aria tutti i piani. Nel racconto originale il protagonista si chiama Alfredo Traps, la location è sempre la Svizzera, e l’ultima frase del romanzo «Alfredo, mio caro Alfredo! Ma che cosa ti sei messo in testa, santo cielo? Ci rovini la più bella serata della nostra vita!» è stata leggermente modificata ed è diventata il titolo del film (mentre il termine panne sarà usato dai meccanici e dagli ospiti del castello più volte dopo aver valutato lo stato della macchina di Sordi). Anche le influenze kafkiane e cupe tipiche dell’opera dello scrittore svizzero, e la sfiducia assoluta nel processo e nella giustizia, si perdono un po’ in questo film, che è preso in mano da Sordi, ritagliato ed adattato al suo ego esuberante e che diventa, in alcuni punti, grottesco. Diversi passaggi del film sono divertenti: quando Sordi trova le banche svizzere chiuse per due minuti di ritardo e non riesce a depositare la somma di denaro, ad esempio:
«Ecco il paese delle banche. E poi sono chiuse!». [ii].
Il gioco nel castello, che accompagnerà lo spettatore per buona parte del film, è condotto da un rocuratore, un Presidente di Corte d’Appello e un Cancelliere, che illustrano a Sordi le regole:
«… ogni volta che ci ritroviamo qui per la caccia, ci inventiamo un processo … un autentico processo … rifacciamo i processo storici. Il processo a Socrate, a Gesù, a Giovanna d’Arco, a Dreyfuss, a Galeazzo Ciano, al maresciallo Pétain, e spesso arriviamo a conclusioni molto diverse rispetto a quelle del processo originale … naturalmente il gioco diventa molto più eccitante quando possiamo praticarlo con un imputato in carne ed ossa» [iii].
Del processo farsa mi piace riportare una parte della requisitoria della Pubblica Accusa e una parte dell’arringa difensiva:
Accusa: «Eccellenze della Corte, mi sia consentito di iniziare questa requisitoria con un brindisi! Quando io ho domandato all’imputato come mai percorreva una strada che porta soltanto a questo vecchio castello, egli ha risposto: “seguivo una donna”. Ebbene, signori, io brindo a questa bella sconosciuta che ci ha permesso di scoprire un delitto premeditato con tanta raffinatezza che non c’è da meravigliarsi sia sfuggito alla giustizia del suo Paese. E come sono arrivato alla convinzione che Rossi è un assassino? Il primo presentimento mi è stato ispirato dalla singolare circostanza per cui un semplice viaggiatore di commercio, in poco più di un anno, balza da una vecchia utilitaria al volante di una oltraggiosa Maserati. Un vero e fondato sospetto si concretizzò quando seppi di quale malattia era morto il suo ex principale, infarto cardiaco! Ma solo quando il nostro campione di salto in alto, il nostro geniale Alfredo Rossi, ci ha svelato che era stata la signora Ferrati a confidargli che il marito soffriva di cuore, solo allora il nucleo criminogeno mi apparve in tutta la sua folgorante evidenza …» [iv].
Difesa: «È la prima volta, signori, da quando ho indossato questa Toga, che mi è capitato di vedere un imputato applaudire la requisitoria di un Pubblico Ministero che ha chiesto per lui la massima pena, e perchè lo ha fatto? Per ironia? No. Per piaggeria? No. Per accaparrarsi la benevolenza della Corte? No. E allora, perchè lo ha fatto? L’imputato ha applaudito, ha gridato il suo compiacimento, perchè il Pubblico Ministero lo ha dipinto a tinte fosche. Non c’è dubbio, ma nel contesto di un affresco nel quale il Rossi si stagliava come un eroe. Ma quale eroe? Il nostro Alfredo è tutto meno che un eroe. Alfredo Rossi, signori, non ha la statura del protagonista, egli è solo una comparsa, un mediocre scialbo personaggio ai margini di una vicenda troppo grande per lui: dalle parole del mago dell’accusa è saltato fuori un assassinio come dal cilindro del prestigiatore salta fuori un coniglio.» [v].

[i] Ettore Scola è nato a Trevico il 10 maggio 1931. Ha girato i film L’arcidiavolo (1966), Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968), Il commissario Pepe (1969), C’eravamo tanto amati (1974), Brutti sporchi e cattivi (1976), Signore e signori, buonanotte (1976), Una giornata particolare (1977), La terrazza (1980), Passione d’amore (1981), Il mondo nuovo (1982), Ballando ballando (1983), La famiglia (1987), Splendor (1989), Che ora è? (1989), Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), Romanzo di un giovane povero (1995), La cena (1998), Concorrenza sleale (2001) e Gente di Roma (2003).
[ii] Frase detta al minuto 4:00 del film.
[iii] Regole illustrate al minuto 21:25 del film.
[iv] La requisitoria dell’accusa inizia approssimativamente al minuto 1:01:00.
[v] L’arringa della difesa inizia approssimativamente al minuto 1:07:50 del film.

4 comentarios:

  1. AMARCORD:
    GRACIAS POR SUBIR ESTAS PELICULAS.
    TE PEDIRÍA QUE RESUBAS LA PARTE 4 DE ESTA PELÍCULA, PORQUE APARECE COMO DESACTUALIZADA.
    GRACIAS
    MARIA

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    1. AMARCORD: ME RETRACTO. PROBÉ NUEVAMENTE BAJAR EL LINK 4 Y PUDE.
      DISCULPÁ EL APRESURAMIENTO.
      SALUDOS
      MARIA

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  2. POR FAVOR, AMARCORD, VOLVE A SUBIR LOS LINKS DE ESTE FILM: SCOLA ES UN GENIO Y LEYENDO EL COMENTARIO QUE PUBLICASTE, PARECE MUY INTERESANTE. UN ABRAZO Y GRACIAS POR TU GENEROSODAD EN COMPARTIR. MARIO

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  3. Como estudiante de Derecho está pelicula me cae muy oportuna. Gracias.

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